A causa della perdurante mancanza di commesse, il Centro per la ricerca elettronica in Sicilia (CRES) si Monreale ha dichiarato, nel corso di un incontro presso il Comitato regionale per il lavoro, l’occupazione e le politiche sociali della Presidenza della Regione Siciliana, lo stato di crisi con gravi ripercussioni occupazionali e con le retribuzioni dei lavoratori bloccate da nove mesi.
UGL SICILIA ha partecipato con una delegazione composta dal Coordinatore della Segreteria regionale, Franco Fasola, da Giuseppe Messina, Responsabile regionale del Dipartimento Legale, Vertenze e Aree di crisi e da Crocetta Tona, segretario provinciale.
UGL SICILIA ha espresso con chiarezza la propria posizione dichiarandosi fortemente contraria all’applicazione dell’istituto dell’ammortizzatore sociale in deroga per il personale del CRES, trattandosi di un Centro di eccellenza nella ricerca e sperimentazione di servizi innovativi nei settori dell’informatica e delle telecomunicazioni.
E veramente paradossale – dichiara Messina – che si parli di cassa integrazione proprio il 18 dicembre quando il Centro è in crisi di commesse dal 2005 e non garantisce le spettanze ai lavoratori da nove mesi. Occorre puntare l’attenzione sui motivi che hanno impedito la prosecuzione della mission del Centro, nato per garantire una ricerca applicata alle aziende dei settori produttivi siciliani e dotata di personale altamente qualificato e specializzato.
E’ inverosimile – prosegue il dirigente sindacale – parlare di cassa integrazione per gli ultimi cervelli rimasti in Sicilia. Per UGL è indispensabile partire proprio dalle responsabilità di una gestione che non ha garantito il riposizionamento del Centro in uno nuovo scenario nazionale ed internazionale che ha ridisegnato le modalità di “Fare ricerca” in Italia e nel Mezzogiorno. UGL dice no con fermezza all’estensione della CIG al CRES – conclude Messina – e chiede le dimissioni del CdA, l’azzeramento dell’assetto societario e la riorganizzazione dell’assetto societario con l’acquisizione del 100% delle quote da parte della Regione Siciliana al fine di trasformare la struttura in Ente di ricerca Strumentale della Regione Siciliana per garantire le commesse “in house” riducendo gli enormi sprechi dovuti all’assegnazione a Centri dislocati fuori dal territorio siciliano di progetti di ricerca di altissimo profilo che enormi costi per il bilancio della Regione.
Nel contempo UGL ha chiesto che entro la fine del 2008 l’azienda eroghi le spettanze arretrate ai lavoratori attraverso un piano di esposizione debitoria verso il sistema creditizio in attesa della conclusione delle procedure di riorganizzazione del CRES.
UGL SICILIA ha partecipato con una delegazione composta dal Coordinatore della Segreteria regionale, Franco Fasola, da Giuseppe Messina, Responsabile regionale del Dipartimento Legale, Vertenze e Aree di crisi e da Crocetta Tona, segretario provinciale.
UGL SICILIA ha espresso con chiarezza la propria posizione dichiarandosi fortemente contraria all’applicazione dell’istituto dell’ammortizzatore sociale in deroga per il personale del CRES, trattandosi di un Centro di eccellenza nella ricerca e sperimentazione di servizi innovativi nei settori dell’informatica e delle telecomunicazioni.
E veramente paradossale – dichiara Messina – che si parli di cassa integrazione proprio il 18 dicembre quando il Centro è in crisi di commesse dal 2005 e non garantisce le spettanze ai lavoratori da nove mesi. Occorre puntare l’attenzione sui motivi che hanno impedito la prosecuzione della mission del Centro, nato per garantire una ricerca applicata alle aziende dei settori produttivi siciliani e dotata di personale altamente qualificato e specializzato.
E’ inverosimile – prosegue il dirigente sindacale – parlare di cassa integrazione per gli ultimi cervelli rimasti in Sicilia. Per UGL è indispensabile partire proprio dalle responsabilità di una gestione che non ha garantito il riposizionamento del Centro in uno nuovo scenario nazionale ed internazionale che ha ridisegnato le modalità di “Fare ricerca” in Italia e nel Mezzogiorno. UGL dice no con fermezza all’estensione della CIG al CRES – conclude Messina – e chiede le dimissioni del CdA, l’azzeramento dell’assetto societario e la riorganizzazione dell’assetto societario con l’acquisizione del 100% delle quote da parte della Regione Siciliana al fine di trasformare la struttura in Ente di ricerca Strumentale della Regione Siciliana per garantire le commesse “in house” riducendo gli enormi sprechi dovuti all’assegnazione a Centri dislocati fuori dal territorio siciliano di progetti di ricerca di altissimo profilo che enormi costi per il bilancio della Regione.
Nel contempo UGL ha chiesto che entro la fine del 2008 l’azienda eroghi le spettanze arretrate ai lavoratori attraverso un piano di esposizione debitoria verso il sistema creditizio in attesa della conclusione delle procedure di riorganizzazione del CRES.
Commenti