Finalmente sei libera, Eluana!
Adesso non sei più sospesa tra vita e non vita.
Adesso possiamo parlarti, ti sentiamo di nuovo tra noi.
Solo adesso, che sei nei nostri cuori, sei tornata a vivere.
Il lungo, inumano sonno di pre-morte a cui sei stata ingiustamente sottoposta per troppi anni, è finito.
E la battaglia che tuo padre ha condotto strenuamente, portandola avanti in tutte le sedi e a tutti i livelli non è stata inutile.
Anche noi ci siamo chiarite le idee, finalmente. Hanno tentato a lungo di confonderci, di farci dubitare.
Ma noi abbiamo sempre saputo da che parte stava la verità, da che parte la giustizia, da che parte la libertà.
Sappiamo con certezza che nessuno può costringere un altro a tenere vivo il proprio involucro quando tutto il resto non c’è più e non potrà più tornare.
Tu sei stata costretta per molti anni a rimanere imprigionata in una condizione di stato vegetativo permanente.
E questo ha leso la tua dignità di persona.
Ma una legge, una norma, un dogma o un pregiudizio non possono violare il diritto alla salvaguardia della dignità.
In vita, all’approssimarsi della morte, in ogni possibile situazione sospesa tra questi due momenti.
Il corpo è una macchina meravigliosa dotata di intelligenza, volontà, di sensibilità e motricità affidati all’encefalo e al midollo spinale con i nervi periferici.
Gli automatismi del corpo, respirazione, circolazione del sangue, movimenti involontari, battito cardiaco, sono mediati dal sistema neurovegetativo, normalmente connesso con il SNC.
Se restano solo gli automatismi si può parlare di vita?
La tua era vita, Eluana?
E se lo era, c’era dignità in questo tuo esistere?
La Scienza, quella con la s maiuscola, oggi che i suoi progressi hanno migliorato le tecniche di rianimazione fino al punto di impedire la morte con un accanimento che appare a volte ingiustificato se non dannoso, per il moribondo e per la società, sa bene che c’è una linea d’ombra molto sfumata tra vita e morte.
Stabilire il momento della morte, definirne le caratteristiche fisiologiche, i mutamenti irreversibili a cui va incontro il moribondo, appare sempre più difficile.
Non ci sono più assiomi, ma, per dirla con Popper, epistemi. Principi operativi a cui l’anestesista rianimatore deve attenersi, fasi prodromiche dell’approssimarsi di una morte sempre più spesso eludibile, paradigmi dell’esistere e del non più esistere.
E molti, troppi si arrogano il diritto di stabilire quando una persona è ancora in vita, e vogliono imporre l’alimentazione forzata pure a chi la rifiuta. Molti si trincerano in posizioni arroccate e irragionevoli.
Molti vanno con le scarpe chiodate dove la Scienza entra in punta di piedi o non si permette di entrare.
Tu, Eluana, non avevi dubbi in proposito.
Non avresti mai accettato di restare dentro la linea d’ombra tra vita e non vita.
Ti è stato imposto con la forza.
Ma alla fine, tuo padre ha vinto per te.
E tu, adesso sei un’icona di libertà, di autodeterminazione, sei il vessillo di chi non intende rinunciare alla libertà di scelta.
Dal tuo esempio trarremo forza, Eluana, il tuo sacrificio non è stato inutile, la tua luce ci mostrerà la strada.
Adesso non sei più sospesa tra vita e non vita.
Adesso possiamo parlarti, ti sentiamo di nuovo tra noi.
Solo adesso, che sei nei nostri cuori, sei tornata a vivere.
Il lungo, inumano sonno di pre-morte a cui sei stata ingiustamente sottoposta per troppi anni, è finito.
E la battaglia che tuo padre ha condotto strenuamente, portandola avanti in tutte le sedi e a tutti i livelli non è stata inutile.
Anche noi ci siamo chiarite le idee, finalmente. Hanno tentato a lungo di confonderci, di farci dubitare.
Ma noi abbiamo sempre saputo da che parte stava la verità, da che parte la giustizia, da che parte la libertà.
Sappiamo con certezza che nessuno può costringere un altro a tenere vivo il proprio involucro quando tutto il resto non c’è più e non potrà più tornare.
Tu sei stata costretta per molti anni a rimanere imprigionata in una condizione di stato vegetativo permanente.
E questo ha leso la tua dignità di persona.
Ma una legge, una norma, un dogma o un pregiudizio non possono violare il diritto alla salvaguardia della dignità.
In vita, all’approssimarsi della morte, in ogni possibile situazione sospesa tra questi due momenti.
Il corpo è una macchina meravigliosa dotata di intelligenza, volontà, di sensibilità e motricità affidati all’encefalo e al midollo spinale con i nervi periferici.
Gli automatismi del corpo, respirazione, circolazione del sangue, movimenti involontari, battito cardiaco, sono mediati dal sistema neurovegetativo, normalmente connesso con il SNC.
Se restano solo gli automatismi si può parlare di vita?
La tua era vita, Eluana?
E se lo era, c’era dignità in questo tuo esistere?
La Scienza, quella con la s maiuscola, oggi che i suoi progressi hanno migliorato le tecniche di rianimazione fino al punto di impedire la morte con un accanimento che appare a volte ingiustificato se non dannoso, per il moribondo e per la società, sa bene che c’è una linea d’ombra molto sfumata tra vita e morte.
Stabilire il momento della morte, definirne le caratteristiche fisiologiche, i mutamenti irreversibili a cui va incontro il moribondo, appare sempre più difficile.
Non ci sono più assiomi, ma, per dirla con Popper, epistemi. Principi operativi a cui l’anestesista rianimatore deve attenersi, fasi prodromiche dell’approssimarsi di una morte sempre più spesso eludibile, paradigmi dell’esistere e del non più esistere.
E molti, troppi si arrogano il diritto di stabilire quando una persona è ancora in vita, e vogliono imporre l’alimentazione forzata pure a chi la rifiuta. Molti si trincerano in posizioni arroccate e irragionevoli.
Molti vanno con le scarpe chiodate dove la Scienza entra in punta di piedi o non si permette di entrare.
Tu, Eluana, non avevi dubbi in proposito.
Non avresti mai accettato di restare dentro la linea d’ombra tra vita e non vita.
Ti è stato imposto con la forza.
Ma alla fine, tuo padre ha vinto per te.
E tu, adesso sei un’icona di libertà, di autodeterminazione, sei il vessillo di chi non intende rinunciare alla libertà di scelta.
Dal tuo esempio trarremo forza, Eluana, il tuo sacrificio non è stato inutile, la tua luce ci mostrerà la strada.
Rory Previti
RESPONSABILE UFFICIO H REGIONE SICILIA
RESPONSABILE UFFICIO H REGIONE SICILIA
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