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LA VERGOGNA NELLE CARCERI SICILIANE


Continuano le aggressioni da parte dei detenuti nei confronti del personale di Polizia penitenzieria in servizio presso le case circondariali della nostra isola e particolarmente in quella “San Giuliano” di Trapani.
Solo il 13 gennaio u.s. tutte le OO.SS. avevano lanciato l’allarme delle carceri in Sicilia, annunciando lo stato di agitazione, perché era stata superata la massima tollerabilità ricettiva nelle prigioni, raggiungendo circa 7.000 presenze contro una capienza limite di 5.850 posti. I sindacalisti avevano previsto che il sovraffollamento, con la gravissima carenza di personale di Polizia penitenziaria, avrebbe generato l’ingovernabilità assoluta.
Con queste durissime dichiarazioni tutte le OO.SS. della Polizia penitenziaria avevano inoltrato una pesantissima nota al Ministro ALFANO, al Capo del Dipartimento IONTA e al Direttore Generale del personale DE PASCALIS.
Anche il Provveditore della Sicilia, Orazio FARAMO, – affermano le OO.SS. regionali – “in più occasioni non esitò a dichiarare di essere seriamente preoccupato della situazione di fronte alle richieste di maggiore sicurezza e tutela dei lavoratori”.
Il nostro Ministro e l’Amministrazione Centrale – continuano i segretari regionali - hanno sottovalutato la nostra preoccupazione, soprattutto la previsione che con l’attuale organico non possiamo garantire i servizi Istituzionali assegnati alla Polizia penitenziaria, né tutelare la loro sicurezza.
Alla richiesta di incontro da parte delle OO.SS., il Ministro e i vertici dell’Amministrazione hanno risposto che la carenza maggiore di personale si registra particolarmente nelle Regioni settentrionali, e che in quella siciliana è parziale. Essi, infatti, non hanno ancora una volta considerato la nostra posizione geografica, scomoda per la notevole distanza che separa la Sicilia dal resto della penisola, la lotta alla mafia e, soprattutto, che in essa sono ristretti detenuti di notevole spessore criminale.
Come se non bastasse la carenza del personale di Polizia penitenziaria, l’Amministrazione centrale ha contribuito ad implementare una situazione ormai esplosiva, trasferendo nella nostra isola altri detenuti, che oggi risultano 7.469, quasi 500 in più dall’ultimo appello.
In seguito alle continue richieste di incontro da parte di tutte le OO.SS. periferiche, l’Amministrazione regionale, ha ritenuto opportuno convocare in data 15 aprile 2009 solo i segretari regionali che hanno conoscenza delle problematiche e delle esigenze di tutta la Regione. Nella seduta il Provveditore ha sottolineato la particolare difficoltà che sta vivendo l’Amministrazione regionale per l’aumento del carico di lavoro del personale di Polizia penitenziaria a causa del costante aumento della popolazione detenuta, del progressivo depauperamento degli organici del personale e dell’ulteriore riduzione dei fondi sul capitolo delle missioni.
Tutte le OO.SS. hanno manifestato la ferma preoccupazione riguardo all’attuale condizione, perché ad esse non sfugge che da tempo non vengono banditi concorsi, nonostante molti appartenenti abbiano deciso di andare in pensione, la qualcosa riduce maggiormente l’organico e costringe a turni massacranti i lavoratori, soprattutto di personale di Polizia penitenziaria, che deve contribuire a garantire la sicurezza al nostro Paese.
I servizi espletati dalla Polizia penitenziaria ormai sono molteplici ed altri, in aggiunta, vorremmo che fossero affidati in relazione alla specifica funzione Istituzionale del Corpo; perciò, occorre ridefinire le piante organiche, che ad oggi sono bloccate in un contesto, in cui molte delle attuali attività Istituzionali non erano ancora state assegnate al Corpo di Polizia penitenziaria.

Per le organizzazioni sindacali mancano all’appello oltre 700 unità!!

Lo dichiarano i segretari regionali delle sigle CGIL – CISL – UIL - SAPPE - OSAPP – USPP per l’UGL - CNPP- SIAPPE - “che con questi dati è impensabile assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno delle carceri siciliane, nelle traduzioni e financo nelle scorte, il che significa pochissima vigilanza con il rischio di una recrudescenza delle sommosse e/o evasioni, pochissimo controllo all’interno delle carceri riguardo all’ordine ed alla sicurezza, in barba al tanto decantato impegno del governo contro tutte le mafie!”

Al Ministro ed al Capo del DAP vogliamo dire che la “criminalità si combatte mettendo in condizione la Polizia penitenziaria di fare il proprio lavoro e non come sta avvenendo ora! E si ha il coraggio di sventolare l’apertura di nuovi penitenziari?”

Ai colleghi della Sicilia – concludono i segretari regionali - non possiamo più assicurare la loro incolumità sui luoghi di lavoro, figurarsi i riposi e i congedi, essendo costretti ad espletare il servizio per oltre 8 ore al giorno e sino a 12 ore per quelli delle traduzioni, rischiando la pelle ogni giorno per garantire il servizio allo Stato.

Per questi motivi e anche alla luce dell’ultimo episodio di violenza subito dai colleghi nell’Istituto di Trapani, uno di loro ha riportato la frattura scomposta dell’avambraccio dx ed è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico e di quelli accaduti nel resto dell’isola, dopo che avevano lanciato l’allarme carceri, le sigle scriventi comunicano lo stato di agitazione, con proteste da calendarizzare in tutte le province siciliane, con ulteriori sit-in da organizzare sotto la casa del Ministro ALFANO e di quella del Capo del Dipartimento IONTA.

Solo una convocazione del Guardasigilli, specificamente per le problematiche della Sua Regione, quindi della Sicilia, potrà fare desistere le scriventi segreterie dal mettere in atto quanto sopra annunciato.

Con il presente si sollecitano tutte le segreterie nazionali per i dovuti interventi incisivi, intesi a sollecitate i politici di tutti gli schieramenti a dare avvio ad un processo di utile confronto ed a far cessare le suddette esasperazioni.-

Palermo, 21 aprile 2009-

SAPPE OSAPP UILPA CISL FP
CGIL FP USPP/UGL CNPP SIAPPE

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