Sabato 17 aprile è stata inaugurata la sede restaurata dell’Archivio di Stato di Palermo ricavata all’interno dell’ex convento dei Teatini della “Catena” alla presenza del Presidente del Senato, Renato Schifani, del direttore generale per gli Archivi, Luciano Scala e dell’arcivescovo di Palermo mons. Paolo Romeo. Dopo aver tagliato il nastro inaugurale della struttura la seconda carica dello Stato è intervenuto al Convegno che ha fatto seguito alla cerimonia ponendo l’accento sulla importanza della tutela e salvaguardia del patrimonio documentale visto come testimonianza di storia e cultura del nostro Paese in un momento storico nel quale, i mezzi di comunicazione virtuale e lo stesso computer ci allontanano dalla “tangibile fisicità” della documentazione e suscitano in noi “la nostalgia per la carta”.
Il prestigioso edificio sito in Corso Vittorio Emanuele 31, dopo anni di lavoro di restauro, ha pertanto riaperto i suoi battenti riconsegnandosi alla cittadinanza con il suo patrimonio documentale di grande valore culturale. Le specifiche del recupero sono state illustrate dal direttore dell’archivio di Stato di Palermo, Claudio Torrisi nel suo intervento “Il recupero del Grande Archivio” a cui ha fatto seguito la prolusione di Giuseppe Giarrizzo, accademico dei lincei e già preside della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, dal titolo “Il grande Archivio di Palermo e le origine della storiografia moderna della Sicilia”.
Alla manifestazione hanno preso parte numerosi esponenti del mondo culturale, civile e religioso; tra costoro, il vicesindaco di Palermo, Francesco Scoma, l’assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana, Gaetano Armao, il soprintendente di Palermo, Adele Mormino, il direttore dell’archivio di Stato di Trapani, Santina Sambito, il direttore dell’Archivio di Stato di Catania, Aldo Sparti, Enrico Iachello, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania e Giuseppina Giordano, già soprintendente archivistico della Sicilia. L’evento, che si incardina all’interno della XII settimana della Cultura voluta dal Ministero per i Beni e le attività culturali, comporterà il trasferimento di parte dei fondi nella “rinnovata” sede da quella della “Gancia”(che ne ha garantito, durante il periodo di chiusura,la fruizione) e, grazie alle significative iniziative ad essa collegate, offrirà maggiori servizi rivolti all’utenza, all’insegna di nuove procedure per ottenere percorsi più funzionali in termine di efficienza ed erogazione delle informazioni richieste già dalla fine del mese.
Il prestigioso edificio sito in Corso Vittorio Emanuele 31, dopo anni di lavoro di restauro, ha pertanto riaperto i suoi battenti riconsegnandosi alla cittadinanza con il suo patrimonio documentale di grande valore culturale. Le specifiche del recupero sono state illustrate dal direttore dell’archivio di Stato di Palermo, Claudio Torrisi nel suo intervento “Il recupero del Grande Archivio” a cui ha fatto seguito la prolusione di Giuseppe Giarrizzo, accademico dei lincei e già preside della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, dal titolo “Il grande Archivio di Palermo e le origine della storiografia moderna della Sicilia”.
Alla manifestazione hanno preso parte numerosi esponenti del mondo culturale, civile e religioso; tra costoro, il vicesindaco di Palermo, Francesco Scoma, l’assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana, Gaetano Armao, il soprintendente di Palermo, Adele Mormino, il direttore dell’archivio di Stato di Trapani, Santina Sambito, il direttore dell’Archivio di Stato di Catania, Aldo Sparti, Enrico Iachello, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania e Giuseppina Giordano, già soprintendente archivistico della Sicilia. L’evento, che si incardina all’interno della XII settimana della Cultura voluta dal Ministero per i Beni e le attività culturali, comporterà il trasferimento di parte dei fondi nella “rinnovata” sede da quella della “Gancia”(che ne ha garantito, durante il periodo di chiusura,la fruizione) e, grazie alle significative iniziative ad essa collegate, offrirà maggiori servizi rivolti all’utenza, all’insegna di nuove procedure per ottenere percorsi più funzionali in termine di efficienza ed erogazione delle informazioni richieste già dalla fine del mese.
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