Date le carenti condizioni in cui operano gli istituti penitenziari siciliani e gli stessi agenti di polizia, le organizzazioni sindacali regionali hanno proclamato lo stato di agitazione, richiedendo di essere ascoltati in seno ai consigli comunali e annunciando un’imminente corteo di protesta per le vie di Palermo che avrà come punto d’arrivo il palazzo del governo regionale.
Non ricevendo alcun riscontro alle prime segnalazioni, con una nota inviata al ministro della Giustizia Angelino Alfano, al presidente della regione Raffaele Lombardo e ai vertici dell’amministrazione penitenziaria, Ugl, Sappe, Cigl, Cisl, Cnpp e Osapp hanno rappresentato lo stato drammatico del mondo carcerario che andrebbe a penalizzare sia i detenuti che gli addetti ai lavori. Aumento dei carichi di lavoro a fronte di un surplus di presenze dei detenuti; straordinari non retribuiti, contratto di lavoro non ancora rinnovato; la mancanza di fondi necessari per garantire carburante e manutenzione degli obsoleti mezzi del corpo; e la fatiscenza di alcune strutture che non faciliterebbe il compito del personale di polizia penitenziaria. “L’unico intervento del governo posto in essere per fronteggiare l’emergenza penitenziaria, che dovrebbe prevedere incrementi di almeno 2 mila unità di poliziotti penitenziari e i fondi per la ristrutturazione di molte strutture fatiscenti, stenta a decollare”.
Non ricevendo alcun riscontro alle prime segnalazioni, con una nota inviata al ministro della Giustizia Angelino Alfano, al presidente della regione Raffaele Lombardo e ai vertici dell’amministrazione penitenziaria, Ugl, Sappe, Cigl, Cisl, Cnpp e Osapp hanno rappresentato lo stato drammatico del mondo carcerario che andrebbe a penalizzare sia i detenuti che gli addetti ai lavori. Aumento dei carichi di lavoro a fronte di un surplus di presenze dei detenuti; straordinari non retribuiti, contratto di lavoro non ancora rinnovato; la mancanza di fondi necessari per garantire carburante e manutenzione degli obsoleti mezzi del corpo; e la fatiscenza di alcune strutture che non faciliterebbe il compito del personale di polizia penitenziaria. “L’unico intervento del governo posto in essere per fronteggiare l’emergenza penitenziaria, che dovrebbe prevedere incrementi di almeno 2 mila unità di poliziotti penitenziari e i fondi per la ristrutturazione di molte strutture fatiscenti, stenta a decollare”.
Commenti