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RAI: SINDACATI UNITI CONTRO PIANO INDUSTRIALE



Con il presente comunicato le OO.SS. SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL, UGL TELECOMUNICAZIONI, SNATER, aprono le procedure per la proclamazione dello sciopero nazionale dei lavoratori Rai così come previsto dall’accordo del 22 novembre 2001 in attuazione della legge 146/90 con le seguenti motivazioni: - contro l’impostazione del Piano Industriale presentato dal Direttore Generale; - contro gli sprechi e la cattiva gestione dell’Azienda; - per il cambiamento degli indirizzi di governo e di gestione del gruppo Rai. In relazione a tali motivazioni, le OO.SS. richiedono al Direttore Generale di voler utilizzare il previsto incontro per la conciliazione non in modo formale e rituale ma, così come nello spirito della legge sullo sciopero nei servizi pubblici, quale occasione concreta per porre le condizioni di un vero negoziato mirato a risolvere i problemi posti. Secondo l’impegno assunto dal D.G., le proposte del Piano Industriale sarebbero state aperte al confronto con le OO.SS., mentre in alcuni settori risultano già in fase attuativa. Le Lavoratrici e i Lavoratori della Rai sono sempre più consapevoli che occorre una svolta nelle scelte che riguardano il loro futuro. È inaccettabile che le misure previste dal Piano Industriale per superare le difficoltà di bilancio consistano in esternalizzazioni, cessioni di attività, riduzioni del personale. Nulla è specificato a proposito di contenimento e razionalizzazione dei costi esterni, che anzi in tal modo crescerebbero ulteriormente. Nulla è l’attenzione alle competenze e professionalità presenti in Azienda che non vengono prese in considerazione come componente decisiva per superare la crisi. Reparti come Ingegneria, Teche, Riprese Esterne sono ostacolati e considerati un peso. Addirittura Produzione Abbonamenti, ICT, Trucco, Parrucco, Costumi sono candidati all’esternalizzazione. Oscure e preoccupanti sono le previsioni sulla cessione della gestione delle Torri di trasmissione, sulla razionalizzazione della Radiofonia, di Rai Internazionale, degli Uffici di Corrispondenza. In una generica ipotesi di revisione degli assetti societari(internalizzazione di Rai Trade e Rai Net) è prevista la chiusura di Rai Corporation. Assenza di politiche di formazione del personale, di prospettive di sviluppo tecnologico, ridimensionamento dell’attività sul versante informazione, ulteriore ricorso ai format “chiavi in mano” sono fatti che stanno avvenendo e destano profonda preoccupazione e profondo dissenso tra i Lavoratori. In un quadro che vede svilupparsi ogni giorno un pesante attacco alla Rai e alle sue caratteristiche di Servizio Pubblico (quali l’emendamento Calderoli-Bossi), che le OO.SS. sono impegnate a contrastare, è necessario che la gestione e il progetto della Rai siano più che mai connotati da autonomia, capacità di rilancio e qualità del prodotto. Tutto questo non lo vediamo, sembra anzi che il Piano Industriale possa facilitare tale disegno. Le OO.SS. chiederanno audizioni alla Agcom e alla Commissione Parlamentare di Vigilanza per sollevare, anche in tali sedi, l’esigenza di cambiamento della Rai, nell’interesse dei Lavoratori e dei Cittadini.

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