Per il segretario Galioto (nella foto) dell’Ugl, “i dati dimostrano come, al di là della stagionalità, la crisi occupazionale si stia manifestando soprattutto tra i lavoratori con contratti precari”.
Per l'Inps infatti è aumentata del 60 per cento quella ordinaria e del 25 quella straordinaria in deroga. “E' proprio per i precari – spiega il sindacalista - che si ricorre in ampia misura alla cigs in deroga, a loro estesa a causa della crisi economica, e se ciò da una parte è un fatto positivo, perché dimostra l’opportunità di questo tipo d’intervento che va confermato e rinnovato per i prossimi mesi, da un’altra è la prova di ciò che il sindacato temeva quando sono state introdotte le forme contrattuali ‘atipiche’, rapporti di lavoro simili a quelli ordinari ma incerti e facilmente sacrificabili nei periodi di difficoltà”.
“E’ fondamentale che l’Inps e la finanza pubblica continuino a supportare i lavoratori ‘atipici’ nei momenti di crisi – , ma occorre avviare al più presto una revisione giuridica di queste forme contrattuali, che tendono più delle altre a sfociare nella disoccupazione”. sono aumentati i debiti delle famiglie che “stanno pagando il prezzo più alto della crisi economica, come il nostro sindacato sostiene da tempo, mentre i segnali positivi della ripresa tardano a tradursi in benefici per loro, costringendole a comprimere i consumi ed a ricorrere all’indebitamento”. Rivela infatti che i debiti delle famiglie hanno subito una crescita del’1,8 per cento nel 2009 rispetto all’anno precedente, passando da circa 773 a 797 miliardi di euro. Per la Banca d’Italia l’incremento della passività è dovuto principalmente all’effetto dei prestiti a medio-lungo termine, soprattutto i mutui, saliti del 2,6 per cento.
“La situazione già grave – ha aggiunto Galioto – è resa ancora più difficile dall’incertezza dell’occupazione, dalla diminuzione del potere di acquisto dei salari, dalla mancanza di adeguate politiche di welfare. Se sono soprattutto i mutui a pesare sui conti delle famiglie, sollecitiamo le banche a prorogare i termini di sospensione dei pagamenti, ampliando anche ad una platea più ampia di nuclei la sospensione delle rate”.
Bisognerebbe affiancare anche una politica industriale integrata capace di portare il prima possibile fuori dal guado della crisi il nostro territorio . Ciò sarebbe opportuno anche per individuare valide risposte a quei Gruppi industriali presenti nell’area industriale e non, che tentano di sfruttare e poi di abbandonare il lavoro insieme all’economia dell’intera provincia i, con il rischio di creare vuoti incolmabili senza le opportune contromisure”.
Nel merito per il sindacalista “è positiva la conferma dell’avviso comune programma di interventi per superare questa fase di crisi difficile sulla partecipazione, così come il ruolo riservato alla classe politica che continua a litigare, senza trovare valide soluzione per l’intero territorio principalmente nelle aree del sud. Il vero problema del lavoro è resta quello delle politiche attive, che passano attraverso il Governo Nazionale e Regionale che non c’è di fatto e gli Enti Locali i quali, fino ad oggi, non hanno saputo organizzare i servizi per l’impiego”.
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