E’ stato presentato in data 8 settembre 2010, , in due sedi, di mattina, a Villa Niscemi, al Coordinamento H presieduto da Salvatore Crispi, nel pomeriggio al CESVOP ( Centro servizi per il volontariato di via Maqueda). Suscettibile di modifiche attraverso le considerazioni e i suggerimenti dei presenti.
Della presentazione, tramite slides, si è occupata la Dott. Borsellino, incaricata dall’Assessore Russo di realizzare la chimerica integrazione socio sanitaria.
Il Piano fila liscio e scorrevole nella sua capacità di rappresentare un fantastico mondo in cui chi si ammala( sempre che non abbia funzionato l’infallibile capitolo della prevenzione) troverà un mondo di opportunità terapeutiche e riabilitative di prim’ordine a sua disposizione.
Ma a leggere bene, nessuno dei rappresentanti delle Associazioni di volontariato a cui è stato illustrato, si è ritenuto soddisfatto.
Intanto il Piano esce con più di un anno di ritardo e, nel momento in cui esce, lascia irrisolti i problemi di fondo che sono tanti, ma due aspetti negativi, in particolare, sono preponderanti su tutto il resto.
Il primo riguarda la fornitura dei servizi sociosanitari. A fronte di una pressante richiesta di servizi da parte della cittadinanza, la relativa fornitura, a singhiozzo e settoriale è garantita solo in parte dal volontariato accreditato.
Un mondo variegato e complesso, quello dell’associazionismo, di cui né gli utenti né le istituzioni riescono a fare a meno, a cui le istituzioni fanno riferimento, su cui contano, senza però assicurare continuità nei finanziamenti. La discontinuità nell’erogazione dei servizi è una piaga apparentemente insanabile le cui conseguenze ricadono pesantemente sui fruitori dei servizi stessi, siano essi sociosanitari o socioassistenziali: bambini in situazione di disagio, disabili, anziani non autosufficienti, ragazze madri, tossicodipendenti e altro.
Il secondo è rappresentato dall’inesistenza, in Sicilia, di un Assessorato al Welfare in cui si concretizzi un’effettiva integrazione di tutti gli aspetti sociali con quelli assistenziali e sanitari.
Come modernità vorrebbe, come è già realtà in altre regioni.
L’Assessorato unico, previsto da dieci anni dalla legge 328 e mai realizzato in Sicilia, eviterebbe i problemi nella ripartizione dei fondi pubblici e renderebbe più fluida l’erogazione dei finanziamenti per la realizzazione dei servizi.
Rory Previti
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