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ASSISTENZA DOMICILIARE : UN DIRITTO ESIGIBILE ?

 
Rory Previti
Speravamo tanto nella l. 328. Speravamo che finalmente i diritti esigibili e i Liveas ( livelli essenziali di assistenza ) si sarebbero incontrati. La l. 328, purtroppo, ha solo condizionato il diritto alla disponibilità finanziaria. Ma l’art. 38 della Costituzione non parla di condizioni. Recita infatti che “ Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”. E l’art.117 stabilisce che …” lo Stato ha legislazione esclusiva circa la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale “.Esigue sono le pensioni e gli assegni di accompagnamento, drammatica la situazione degli anziani non autosufficienti e dei portatori di handicap grave, sensoriale, motorio o anche psichico o psichiatrico. Nei Liveas, che devono essere ridefiniti, bisogna garantire prestazioni e servizi di assistenza. L’assistenza domiciliare va prestata a chi rischia l’emarginazione e la morte. Come i minori in condizioni di abbandono, le madri e le gestanti in difficoltà grave sul piano psichico e su quello socio-economico, gli adulti privi di autonomia per handicap gravi.Tutti questi sono diritti esigibili, sanciti dalla Costituzione e dalle leggi. Ma se devono dipendere dalla disponibilità delle risorse non sono più diritti.E così, a Palermo, per toccare le dolenti note di casa nostra, si assiste all’interruzione frequente dell’assistenza domiciliare a 100 assistiti gravi.Assistenza che il Comune è chiamato a garantire. E che spesso interrompe adducendo la mancanza di fondi a causa dell’ approvazione di un piano che tarda ad arrivare. Distretti, piani, tavoli tematici, perplessità multiple che si moltiplicano a fronte di servizi inesistenti e di prestazioni non fornite.Le domande sono tante.A spanne: Gli assistenti domiciliari che il Comune destina agli aventi diritto provengono per lo più da cooperative con cui viene stipulata una convenzione. Ma queste persone hanno davvero le tante e tanto delicate competenze richieste a chi deve occuparsi tra l’altro dell’igiene personale di disabili allettati o affetti da gravi patologie psichiatriche? Ma perché in una città come Palermo sono solo 100 le persone che hanno diritto all’assistenza domiciliare?( da decenni il tetto numerico non cambia mentre i gravi e i gravissimi sono vertiginosamente aumentati ).Ma come mai quando non c’era la disponibilità degli ingenti fondi della l. 328 il servizio veniva prestato con minore discontinuità?Ma perché i fondi della 328 vengono suddivisi in mille rivoli che devono andare a coprire un’infinità di servizi che il comune comunque garantiva per legge pure prima? E questa situazione non riguarda solo Palermo, ma tanti comuni, in Sicilia e non solo.Su queste e su tante altre discrasie si dovrebbe riflettere. Per dare delle risposte vere ed esaustive.

Rory Previti


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