Questa O.S. non poteva esimersi dall’ informare dell’eroico gesto di un assistente capo ed un v. sovrintendente della Polizia Penitenziaria che nell’espletamento delle proprie funzioni hanno evitato il peggio. È infatti salvo il giovane detenuto extracomunitario che nella serata del 08 novembre 2010 ha tentato di suicidarsi impiccandosi nella propria cella della Casa di Reclusione di Augusta.
L’uomo si era legato dei stralci di lenzuolo al collo e stando alle dinamiche dei fatti non sembra esserci alcun dubbio circa la chiara volontà del detenuto di togliersi la vita ma, ancora una volta l’alta professionalità, l’ intuito, la prontezza ed uno straordinario senso d’umanità dei “baschi blu” hanno prevalso, consentendo così l’ennesimo eccellente intervento, nel quale i due poliziotti “Angeli Custodi”, sono riusciti in pochi attimi a coordinarsi in modo tale da liberare il detenuto dal cappio, apportare le prime manovre di soccorso e, quindi, sottoporlo alle cure del medico di guardia, quest’ultimo intervenuto rapidamente a dimostrazione dell’eccelso senso del dovere insito tra gli operatori penitenziari.
Allo stato attuale la Casa di Reclusione di Augusta ospita circa 700 detenuti, oltre 200 in più della capienza massima tollerabile, di cui buon 40% di stranieri, questi ultimi spesso sono persone indigenti, senza riferimenti familiari sul territorio Italiano e, taluni, anche con gravi patologie, anche psichiatriche, mentre sono poco più di 200 gli appartenenti al corpo di Polizia Penitenziaria che devono operano h. 24 in detto istituto, una struttura che abbisogna di almeno 130 unità in più come può evincersi dai dati della pianta organica del personale del corpo relativa all’istituto in questione.
Quello di giorno 8 u.s. è l’ennesimo salvataggio in extremis di un detenuto da parte della Polizia Penitenziaria, un gesto che non deve passare inosservato alle varie Istituzioni, nonché all’opinione pubblica che spesso viene ingannata dalla circolazione di notizie del mondo –carcere distorte.
Se la situazione non si aggrava ulteriormente e' grazie alle donne e agli uomini del Corpo che, in media, sventano decine e decine di tentativi di suicidio di detenuti nelle varie carceri italiane e i dati ne danno conferma: nell’anno 2009 furono 58 i suicidi di detenuti e 100 i decessi per cause naturali, inoltre ci sono stati circa 6000 gesti di autolesionismo che non hanno avuto gravi conseguenze solo grazie al tempestivo intervento ed alla rilevante professionalità delle donne e degli uomini del Corpo.
Ancora, sono stati circa 950 i tentativi di suicidio da parte di altrettanti reclusi del Paese
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