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UGL TELECOMUNICAZIONI GRIDA "NO" AI CALL CENTER ALL'ESTERO



Ugl Telecomunicazioni ha avviato una campagna nazionale con manifesti e cartelloni pubblicitari per denunciare il fenomeno delle delocalizzazioni e per richiamare l’attenzione degli organi di informazione e delle istituzioni sul problema. Il trasferimento all’estero di servizi inerenti la gestione dei clienti mette a rischio, in Sicilia, circa 7 mila posti di lavoro, dei quali circa 4mila500 a Palermo. In data 3 marzo, anche a Palermo l’Ugl Telecomunicazioni è stata protagonista dell'iniziativa per ribadire ancora una volta le forti preoccupazioni riguardanti il futuro degli operatori nostrani dei call center e che ha toccato tre punti “simbolo” della telefonia in città: lungo via Libertà, all’altezza dei numeri civici 37, 23 e 20/b, dove hanno sede alcuni tra i punti vendita Tim, Vodafone e Wind, sono stati distribuiti volantini e materiale informativo per sensibilizzare la collettività sui rischi occupazionali nel settore “che potrebbero tradursi – si legge in una nota sindacale – in un danno di gran lunga superiore a quello, gravissimo, paventato per i lavoratori dell’indotto Fiat”.
Secondo il sindacato, il ricorso alla delocalizzazione da parte dei colossi della telefonia “sta assumendo proporzioni davvero preoccupanti, perché il trasferimento di servizi inerenti la gestione dei clienti verso Paesi quali la Romania, la Bulgaria, l’Argentina e la Tunisia ormai è diventato abituale”.

“Si tratta di servizi che – spiegano Daniele Ruisi e Antonio Vitti, rispettivamente segretario regionale e provinciale di Palermo dell’Ugl Telecomunicazioni – erano fino a poco tempo fa svolti da operatori nostrani, gli unici che, a nostro avviso, sono in grado di garantire la qualità ai clienti. Siamo convinti –aggiungono i segretari – che l’unico antidoto efficace a questo fenomeno sia infatti proprio la qualità dei servizi offerti: oltre al dato linguistico, esiste un problema da non sottovalutare, ovvero quello delle norme sulla privacy che variano da nazione a nazione”.

“Appare evidente – proseguono – che il rapporto tra un operatore e un cliente entrambi italiani, possa offrire maggiore garanzie di professionalità, anche alla luce della migliore conoscenza delle regole del mercato e delle relative esigenze da parte dell’utenza”.

“Occorre – chiede l’Ugl – porre fine alla frammentazione legislativa che, negli ultimi anni, ha consentito la delocalizzazione selvaggia del lavoro, introducendo rapidamente norme certe che circoscrivano geograficamente l’attività delle aziende”.

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