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PALERMO (ITALPRESS) – In Italia non ci sono ancora le condizioni per l’unità sindacale, e non ci saranno finchè i rappresentanti dei lavoratori non torneranno alle origini del loro ruolo, abbandonando ambizioni e argomenti più da salotto della politica che da catena di montaggio. Il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, dà questa “diagnosi” della realtà sindacale italiana, nel corso di un forum nella redazione dell’agenzia di stampa ITALPRESS.
Alla vigilia di una manifestazione del sindacato contro le delocalizzazioni, che si terrà a Palermo, Centrella affronta i temi caldi dell’industria italiana, a cominciare dalla vertenza Fincantieri. “Una vicenda che non nasce oggi, ma due anni fa – spiega il leader dell’Ugl -, quando l’azienda ha chiesto determinati requisiti per i cantieri navali, tra cui la realizzazione dei bacini”. Condizioni che non sono state rispettate a Castellammare di Stabia e a Sestri Ponente, i cantieri che secondo il piano industriale saranno chiusi.
“Il problema è che abbiamo dato un alibi a Fincantieri – prosegue il sindacalista -, che sapeva bene che non sarebbero state realizzate le condizioni richieste. La responsabilità è degli enti locali che non hanno capito ciò che serviva e dei governi nazionali che si sono succeduti, non dei sindacati, che nel merito della trattativa ancora non sono entrati”.
Centrella crede che “si possa trovare un accordo diverso, ma siamo in netto ritardo rispetto al mercato. Noi ci comporteremo da sindacato molto responsabile, come dimostrato a Mirafiori e Pomigliano per la Fiat”.
La vertenza Fincantieri sarà un’altra cartina di tornasole dello stato dei rapporti tra le varie sigle sindacali. Rapporti che secondo Centrella non vedranno modifiche rispetto all’assetto attuale, con la Cgil, e in particolare la Fiom, su posizioni diverse rispetto a Ugl, Cisl e Uil.
“Secondo me non ci sono ancora le condizioni per l’unità”, sottolinea il leader dell’Ugl, per il quale “il sindacato italiano sta perdendo la missione per cui è nato: la difesa dei posti di lavoro, del salario, delle pensioni e il confronto per creare nuovi occupati”. In Italia “il sindacato fa molta politica, si occupa di macro questioni che non riguardano il lavoro – aggiunge Centrella, che fino a quattro anni fa era in catena di montaggio nell’impianto Fiat di Pratola Serra (Avellino) -. Un buon sindacalista non deve mai dimenticare da dove arriva. Restare in fabbrica mette nelle condizioni di affrontare bene una contrattazione e migliorare le concrete condizioni dei lavoratori, al di là degli aumenti in busta paga”. Per il leader dell’Ugl “un sindacalista salottiero non serve a nessuno. Serve un sindacalista d’azione, che stia accanto al lavoratore”.
E stare accanto ai lavoratori non dipende da un’eventuale nuova legge sulla rappresentanza sindacale: “Noi non ci tiriamo indietro sull’argomento, ma la rappresentanza già c‘è, ci sono le Rsu, i referendum aziendali, quindi la nuova legge in un momento di crisi come quello di oggi non è una priorità, ci sono problemi molto più seri”.
Tra problemi seri, l’Ugl non considera quello dello spostamento al Nord dei ministeri, proposta della Lega Nord che Centrella boccia definendola “espressione di una deriva del Carroccio, a cui il Governo e l’opposizione non devono fare da sponda”. Il sindacato si concentra invece, a partire dalla manifestazione di domani a Palermo, sulle delocalizzazioni, che “non coinvolgono solo i call center, ma anche l’industria”, spiega il segretario generale, sottolineando che le imprese non vanno all’estero per cercare un costo del lavoro più conveniente. A incidere sono infatti altri fattori: “Il Paese deve attrarre le imprese, e come pensiamo di poterlo fare se soprattutto nel Mezzogiorno le infrastrutture non ci sono o non funzionano, se c‘è il cancro della criminalità, se prevale la mentalità dell’assistenzialismo, se la burocrazia è troppo lenta? Bisogna avere il coraggio di denunciare i problemi e creare, tutti insieme, dalle istituzioni ai cittadini, le condizioni per attrarre gli investimenti, in tutti i settori”, conclude Centrella.
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