BORSELLINO 19 LUGLIO: CONDORELLI (UGL), NON DIMENTICARE È IMPORTANTE, MA OCCORRONO ANCORA IMPEGNO, DETERMINAZIONE E VOGLIA DI FARE
Era domenica pomeriggio. Un uomo era andato a far visita all’anziana madre. Quella visita non avvenne mai! Un’auto – una FIAT 126 carica di tritolo – era davanti quella casa per lui. Lo attendeva. Lo uccise.
Il resto della storia lo ricordiamo tutti, il giudice Paolo Borsellino e 5 agenti della scorta morirono quel pomeriggio per mano di un attentato terroristico – mafioso. La storia successiva dei pentiti, della scarsa attenzione prestata dalle alte leve della politica è, ormai, affar noto per tutti noi che quel pomeriggio ascoltavamo increduli la notizia di un’altra strage – la precedente di soli 2 mesi prima aveva tolto la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e agli agenti della loro scorta – incerti, probabilmente, sul futuro di Palermo anzi, della Sicilia.
Sono passati 19 anni da quel giorno, diciannove come quella data, eppure nessuno di noi ha dimenticato. E tanto basta. O forse no! “Occorre determinazione nell’agire, una presa di coscienza ancora più forte e consapevole, ha dichiarato il Segretario Regionale dell’Ugl Sicilia Giovanni Condorelli.
Il ricordo è importante – ha aggiunto – e la memoria è un patrimonio che nessuno può portarci via, ma è a partire da quel patrimonio che occorre investire e rischiare, anche in prima persona, perché i sacrifici – come ricordato tante, troppe volte – non restino momenti di gloria, ma si promanino come eredità feconda e propizia ad una svolta ideologica prima, e politica e sociale di riflesso”.
A diciannove anni dalla scomparsa di due eroi, ancora la Sicilia lotta e tiene la testa alta e fiera. Si è sentito dire che la mafia è scomparsa, che essa non esiste più essendo caduti, negli anni, grandi nomi di capo-cosche influenti. Ciò che di certo ancora esiste, e nessuno potrà portarcelo via, è la voglia di agire, la voglia – per rubare una frase che in questi anni ci ha accompagnato, di continuare a far camminare “le loro idee sulle nostre gambe”.
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