Roma, 11 Novembre - (Adnkronos) - ''Quello che il Governo dovrebbe rispondere alla Commissione europea sulla flessibilità del mercato del lavoro e' che 'il licenziamento per motivi economici non solo e' ingiusto ma non serve, perché nella nostra legislazione già esiste questa possibilità sia in termini collettivi sia in termini individuali'''.
Così Giovanni Centrella, il segretario generale dell'Ugl, scrive in una lettera pubblicata dal quotidiano 'Libero'.
Giovanni Centrella |
Per il sindacalista poi ''sull'abuso dei contratti di lavoro parasubordinati, l'unica strada e' una loro revisione, insieme ad un sistema di incentivazione per la trasformazione dei contratti in essere in contratti a tempo indeterminato con agevolazioni fiscali e contributive simili all'apprendistato. Contemporaneamente va attuata la delega affidata ai governi fin dal 2000 per la riforma del sistema degli ammortizzatori sociali''. Sulla previdenza oltre a essere assolutamente convinto che l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni nel 2026
sia sufficiente, ormai ''l'adeguamento dell'età pensionabile delle donne nel privato va accettato più che altro nel rispetto del principio di uguaglianza costituzionale sia verso le dipendenti del pubblico impiego sia verso gli uomini, tuttavia va ribadito nel concreto che l'attività delle donne comprende anche il 'lavoro' in famiglia'', che potrebbe essere riconosciuto attraverso ''annualità figurative per i figli avuti, abbassando l'età di pensionamento''.
La promozione dell'occupazione giovanile e delle donne, scrive ancora Centrella, ''può avvenire con sgravi contributivi pluriennali a favore delle aziende che assumono a tempo indeterminato.
Per i giovani c'e' il sistema riformato dell'apprendistato, per le donne si potrebbe promuovere il lavoro a tempo parziale ed anche il telelavoro a domicilio.
Per le aree arretrate del Paese, che non sempre coincidono con il Sud, lo strumento migliore dovrebbe essere la 'fiscalità di vantaggio, riguardante sia la parte fiscale a carico dell'impresa sia l'onere contributivo, che dopo un primo periodo sarebbe anche capace di produrre un ritorno fiscale grazie all'aumento dell'attività produttiva e lavorativa
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