La foto testimonia la presenza di una folta rappresentanza di pescatori provenienti da tutta la Sicilia, testimoni di un generale malcontento.
A tradire le aspettative del comparto il silenzio del mondo politico nazionale e regionale sulla crisi del mondo peschereccio. Gasolio alle stelle, costi insostenibili per le imprese di pesca e per i pescatori che operano con il contratto alla parte, dividono cioe' gli utili dopo aver coperto i costi. Il minimo monetario garantito e' una chimera per i pescatori come la cassa integrazione insufficiente a sostituire la mancanza del reddito.
I pescatori chiedono l'abbattimento del costo del gasolio, la Sicilia produce più' del 40% del carburante eppure non ha alcuna agevolazione per quei settori produttivi che fanno largo uso del carburante da autotrazione.
Il contributo per la calamita' naturale ha subito un inspiegabile arresto nella erogazione di un quantun sostitutivo del reddito a causa delle mancate giornate di pesca per le avverse condizioni meteorologiche.
I pescatori e le loro famiglie sono in ginocchio, la Sicilia tutta e' in ginocchio. La protesta e' il chiaro segnale di una confusione di chi dovrebbe decidere ed invece e' assente. Fino a quando il governo regionale, il parlamento siciliano non si fanno carico di aprire un ragionamento serio e fruttuoso per i pescatori con Roma e Bruxelles, la protesta preseguira' perche' in gioco non ci sono interessi di quartiere ma il contrasto alla fame e quindi di sussistenza per oltre 18 mila pescatori siciliani.
Giuseppe Messina
Segretario regionale
Ugl Agroalimentare
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