La comunicazione, alle organizzazioni sindacali, dei vertici dell’ Eni, di fermare larga parte degli impianti di raffinazione e la conseguente cassa integrazione per circa 500 lavoratori, rappresenta una inaccettabile doccia fredda per il territorio e la Sicilia.
Le difficoltà economiche e produttive dello stabilimento erano note, ma sono state affrontate con senso di responsabilità dal sindacato e con ampia disponibilità dal governo Regionale.
Per questo L’ UGL di Gela considera la scelta dell’ ENI illogica e ingiustificabile, oltre che non sopportabile per l’economia del territorio già fortemente penalizzato dall’altissimo tasso di disoccupazione.
Anche se si accenna solo a procedure di fermata e non alla chiusura degli impianti , nessuna garanzia viene prospettata per il futuro della raffineria e in particolare nessun impegno concreto è stato avanzato per i lavoratori dell’ indotto le cui aziende sono già fortemente penalizzate dalla scarsità di commesse.
L’ UGL ritiene che questa iniqua scelta aziendale, collocata su Gela e la Sicilia, ripercorre vecchie logiche antimeridionalistiche.
Per questo L’UGL, nell’avversare con le più opportune azioni di lotta la proposta della raffineria di Gela, si adopererà affinchè le forze politiche, le istituzioni e sopratutto la Regione adottino ogni iniziativa per evitare questa ulteriore pesante calamità.
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