Giuseppe Mascolo |
Sul fatto che il sistema della formazione professionale in sicilia, non
potesse continuare “su questa strada”, non credo ci siano dubbi, ma la
situazione che oramai sembra non avere fine è lo specchio dello stato di salute
(oramai al collasso) nel quale versa non solo la sicilia, ma l’intero sistema
scolastico e formativo italiano, sia pure con parametri diversi.
Sicuramente bisogna prendere atto della cattiva gestione adottata,
certamente in netto contrasto con quella del “buon padre di famiglia”, che ha
dato la possibilità a quelle che dovevano essere “delle eccezioni”, di
diventare regole e, tra l’altro, è stata piuttosto grossolana e superficiale
nei dovuti controlli istituzionali, anche se queste ultime non sono le sole
responsabili del disastro provocato.
La sburocratizzazione, in realtà è diventata una burocratizzazione e
pur non volendomi dilungare nella giungla normativa, tanto complessa da rendere
“più facile” la disapplicazione delle norme, devo far rilevare che le poche
espresse con chiarezza, non si capisce per quale motivo non vengono applicate.
Mi limito a ricordare la rigidità del dettame normativo in materia di
accreditamento degli enti di formazione, che avrebbe dovuto portare ad una
diminuzione degli enti, ma anche ad una valorizzazione di quelli meritevoli; ma
in sicilia il vento ha soffiato nella direzione opposta.
Per fare una similitudine posso dire che gli enti di formazione sono
cresciuti esponenzialmente “come funghi” e, pertanto, è difficile che non
sorgano dubbi sulle procedure adottate!
Sicuramente il metro di valutazione è stato diverso, insomma come dire:
“la legge è uguale per tutti, per gli amici si interpreta e per i nemici si
applica”.
Peccato che un bel giorno, c’è stato il “dolce risveglio” della Corte
dei Conti e sono cominciati gli incubi, ovviamente riservati quasi
esclusivamente ai soliti noti, i lavoratori, i quali hanno sostenuto le spese,
comprensive di interessi legali e rivalutazione monetaria!!
Certo un dubbio ci tormenta in continuazione: “ma vuoi vedere che
l’intervento della Corte dei Conti ha innescato una situazione che oramai era
nell’aria da qualche tempo; come dire: “l’occasione fa l’uomo ladro”!
E così si è aperta la stagione della caccia, quella grossa e la preda
poteva essere l’ente che perdeva “quotazione” e diventava appetibile.
Quanto accaduto non necessita di ulteriori delucidazioni, la
situazione, a tutti ben nota, si commenta da sola!
A nulla sono valse le innumerevoli richieste inoltrate alle
istituzioni, proposte di legge, manifestazioni, momenti di confronto e
quant’altro messo in campo per dirimere tale contenzioso che assumeva
proporzioni “sempre maggiori”.
Se analoga situazione si fosse verificata nell’altro estremo del paese,
sarebbe stata oggetto di particolare attenzione mediatica e soprattutto
politica, ma trattandosi della sicilia, qualcuno si è permesso di dire “i loro
debiti non sono problemi nostri”; alla faccia dell’unità della nazione.
L’immobilismo delle compagini governative e non solo regionali che si
sono susseguite nel tempo, ha solo cercato di porre rimedi tanto tardivi quanto
inadeguati e di conseguenza
inefficienti,
ma ancor più grave è che abbia contribuito a peggiorare una situazione già
drammatica, in una regione con un tasso di disoccupazione superiore alla media,
con infrastrutture scadenti e sulla quale troppo spesso il fenomeno della
“delinquenza” si ripercuote in una maniera drastica e purtroppo determinante!
E nel frattempo i lavoratori si vedevano costretti
ad “elemosinare” quanto loro dovuto: “gli stipendi”, che tanti, a tutt’oggi,
hanno ricevuto solo in parte e a rate; ma tanti altri?
Per troppo tempo abbiamo sentito parlare di decreti
ingiuntivi e fallimenti, insomma come una partita a scacchi.
Ma qualcuno è ancora convinto che a fine mese, i
lavoratori paghino l’affitto o le spese di primaria necessità, con i crediti
che vantano nei confronti dell’ente, che a sua volta aspetta i finanziamenti
dalla regione, che guarda caso li attende da……………… chissà chi, oppure si
ritiene corretto anteporre alle giuste esigenze dei “più deboli”, le assurde
macchinazioni “dei soliti noti”, che mandano in tilt il meccanismo eretto dalle
numerose sigle (durc, inps, cig, ecc.) che oramai fanno parte del nostro
sistema, nonché del più comune linguaggio.
Mi sento di sottolineare, con assoluta
tranquillità, che la regione avrebbe dovuto assumersi quell’onere previsto da
“quella leggina” in merito all’intervento sui lavoratori della formazione
professionale, con particolare riferimento alla responsabilità riguardanti “la
presa in carico degli stessi” e, di conseguenza, il giusto collocamento di
tanti di loro.
Adesso, invece, ci troviamo davanti a scelte
obbligate, che possiamo definire “criteri”, ma che ben spesso di criterio hanno
ben poco.
Spesso rifletto su cosa potrebbe significare
“professionalità”, l’efficienza e l’adeguatezza di chi deve valutarla, ma
soprattutto chi controlla il controllore?
Addirittura siamo arrivati ai proclami elettorali,
con notizie artefatte anche in merito al visto della Corte dei Conti, a cui
sono seguite le dovute smentite, ma che hanno contribuito a mantenere alto lo
stato d’ansia, gettando benzina su un fuoco che non ha alcun bisogno di essere
alimentato.
Da parte nostra, ci sentiamo di dire che nonostante
la complessità della situazione e la difficoltà di trovare “soluzioni reali”
che sembrerebbe non tutti vogliano, poiché spesso l’imparzialità e la
trasparenza del modus operandi dell’amministrazione e delle istituzioni,
rappresenta, per qualcuno, una situazione “di disagio”, poiché dovrebbe tendere
alla salvaguardia della legalità, della quale la sicilia e non solo, hanno
tanto bisogno, siamo e resteremo al fianco dei lavoratori, pronti ad accogliere
ed attuare, tutte quelle istanze ed iniziative “sensate” atte a ripristinare la
situazione di diritto.
Roma, 05 maggio 2012
Giuseppe Mascolo
Segretario Nazionale Ugl
Scuola
Commenti