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LA PESCA SICILIANA AL PALO, MA QUALE UMANESIMO ?

La crisi del settore della pesca professionale incredibilmente si scopre che va di pari passo con li sbarchi dei clandestini sulle coste siciliane Un esodo planetario quello dei clandestini che e' ripreso con veemenza in questi giorni - dichiara in una nota Giuseppe Messina, segretario Ugl Agroalimentare Sicilia - che mette a rischio la convivenza in diversi centri marinari toccati dalla crisi del comparto e costretti a subire l'impreparazione nell'accoglienza delle autorità locali. Una attività quella della pesca professionale messa a rischio - dichiara Messina - dalla incapacità dei governi regionale e nazionale di introdurre strumenti diretti a far respirare imprese e pescatori.
Un futuro quello dei pescatori siciliani oggi accostato da certi ambienti a temi che seppur nobili, rischiano di spostare l'attenzione dai reali problemi occupazionali di settore, e cio' appare una formula pericolosa e paradossale, ancor più' che gli europarlamentari siciliani sono totalmente assenti dal confronto al Parlamento Europeo sulla politica comune della pesca e sul futuro del comparto; tranne che ripresentarsi in concomitanza con la tornata elettorale. Un lusso che non possiamo più' permetterci! Il sindacalista di Ugl Agroalimentare affonda il dito sulla pericolosità di certi messaggi che sono apparsi in questi giorni e che inneggiano alla pace ed alla prosperità interreligiosa in un momento in cui non si arrestano i sequestri di imbarcazioni italiane nelle acque internazionali da parte di militari nord-africani, proseguono in maniera incessante gli sbarchi di clandestini dalle coste del Magreb, l'UE e' sorda alle istanze delle marinerie del Sud Italia e certi accordi bilaterali si stanno rivelando carta straccia.
Mettere insieme questioni di politica estera - precisa Messina - con il dramma dei pescatori siciliani (l'80% della pesca siciliana è artigianale, di dimensioni piccole o piccolissime e per lo più a conduzione familiare), costretti al margine della società, è quanto meno un larvato tentativo di distrarre l'attenzione dal ristabilire un serio confronto sul destino della pesca professionale.
Bisogna riaccendere l'economia reale - precisa Messina - quella fatta di produzione e quindi di cattura, lungo la catena economica classica che deve puntare su investimenti -produzione-consumo-occupazione-investimenti (J.M. Keynes), per ridare fiducia e prospettiva al comparto della pesca.
Nel contempo, siamo distanti dal ripristinare i fattori necessari alla ripresa produttiva e denunciamo il fallimento del governo regionale - sottolinea Messina - un'azione quella dei "Tecnici" dimostratasi ottusa e sterile ed un immobilismo dettato dal "valzer degli Assessori, D'Antrassi dimessosi e sostituito dal Francesco Aiello, e dei dirigenti generali il cui "interim" va associato ad ingessa mento burocratico.
Un comparto allo sbando quello della pesca qualcuno confonde la storia millenaria dell'attività di cattura, delle tecniche e tecnologie applicate alla pesca, del "fare" il pescatore, delle condizioni necessarie a mantenere un profitto nel settore, con i processi evolutivi dell'uomo e della società.
Ugl Agroalimentare si chiede: ma cosa c'entra la crisi drammatica che ha colpito il comparto ittico con una disoccupazione che ha raggiunto livelli di guardia (- 60% ultimo decennio), con i nobili principi di pace, integrazione e multiculturalità tra i popoli?
E' dalla fine degli anni '60 - conclude Messina - che le marinerie siciliane hanno inventato un modello di lavoro incentrato sulla multiculturalità, testimoniando un reale e compiuto processo di integrazione attraverso il lavoro diviso e condiviso tra pescatori italiani e nordafricani a bordo delle imbarcazioni da pesca. A nostro avviso, non serve scomodare personalità laiche e non, per spiegare cosa serve al rilancio della pesca siciliana.
Per Ugl Agroalimentare occorre legare seriamente un modello di sviluppo responsabile, duraturo, condiviso ed orientato all'innovazione, al trasferimento tecnologico e pensare subito dopo ad un percorso di internazionalizzazione; solo dopo cioè aver dotato il comparto della pesca professionale di quegli strumenti necessari ed adeguati a riorganizzare l'economia produttiva intorno al settore.
Il vero umanesimo è la scelta consapevole di garantire un futuro alle nuove generazioni consentendo ai padri, nel presente, di foraggiare i propri figli verso una società responsabile e multietnica. Per fare ciò e' indispensabile difendere la dignità del padre lavoratore e pescatore attraverso la conservazione del posto di lavoro. La politica ha il compito di arrestare la catena di suicidi per ragioni economiche che nella sola Sicilia ha toccato le 40 vittime dall'inizio dell'anno e che sono state 150 nell'ultimo biennio in Italia. Ci deve scappare il morto per capire che tornare a governare la pesca in maniera responsabile e "reale" e' necessario e non più' differibile?

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