SVILUPPO ITALIA SICILIA : ANNULLATA AUDIZIONE ALL’ARS, PROTESTANO I SINDACATI FIBA CISL, FISAC CGIL, UILCA E UGL CREDITO
A seguito della disdetta avvenuta il giorno stesso della convocazione in data 24/07/2012 dell’Audizione dei rappresentanti sindacali di Sviluppo Italia Sicilia alla Commissione Attività Produttive dell’ARS per l’impossibilità a partecipare da parte del Presidente di Sviluppo Italia Sicilia Cleo Li Calzi, in quanto impegnata a Roma come di capo della Segreteria Tecnica del Governatore della Regione siciliana i sindacati Fiba CISL, Fisac CGIL, Uilca UIL, UGL Credito protestano fermamente definendolo l’ennesimo atto di mancata rappresentanza della Società.
Nel prendere atto della latitanza del Consiglio di Amministrazione che si è dimostrato incapace di acquisire sin dalla regionalizzazione della società un volume di commesse atte a garantire risultati economici soddisfacenti ed in grado di assicurare la tranquillità dei lavoratori sul regolare pagamento degli stipendi, le Oo.Ss. rilevano invece come le altre Società regionali, cedute da Invitalia alle altre Regioni, attualmente svolgano per conto del Socio Regione un ruolo trainante per lo sviluppo economico del territorio.
I sindacati stigmatizzano pertanto il comportamento dell’Azienda che si è resa indisponibile ad un importante incontro che avrebbe dovuto affrontare con l’Assessore dell’Economia Armao le questioni strutturali della Società e le questioni legate al piano di riordino e con l’Assessore all’Agricoltura Aiello l’evoluzione del contratto di AT con il Dipartimento interventi strutturali per l’agricoltura.
In un momento così difficile per l’Azienda, i sindacati apprendono, invece, “basiti” che le “determinazioni” del CdA riguardano esclusivamente il part-time dei lavoratori e delle lavoratrici madri nonché i Blackberry/cellulari aziendali, come se solo questo consentisse il raggiungimento dell’equilibrio economico aziendale.
Nella condizione di precarietà assoluta in cui versa la Società ed i suoi lavoratori, le Oo.Ss. dicono NO a queste distorte politiche operative, professionali e retributive e con forza ribadiscono la necessità di non colpire più i lavoratori, già sacrificati da troppo tempo dalle politiche aziendali.
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