In data 17/09/2012 , hanno incrociato le
braccia i lavoratori del settore delle Telecomunicazioni per il mancato rinnovo
del contratto nazionale di lavoro scaduto il 31 dicembre 2011.
L’adesione allo sciopero è stata massiccia, ha
raggiunto il 70% di adesione con punte nei call center in outsourcer pari al
90%, questa giornata di protesta è stata la prima di un pacchetto di 16 ore di
sciopero proclamato dai sindacati nazionali di categoria SLC-CGIL, FISTEL-CISL,
UILCOM-UIL e UGL Telecomunicazioni a seguito della rottura della trattativa
determinata dalla chiusura della controparte su temi e norme già presenti in
altri contratti quali ad esempio le clausole sociali nel cambio degli appalti e
norme per scongiurare le politiche di delocalizzazione.
I lavoratori Palermitani hanno fatto un sit in davanti la sede di CONFINDUSTRIA
Sicilia, una delegazione è stata ricevuta dal Direttore al quale hanno
rappresentato la necessità di riavviare le trattative per il rinnovo del CCNL
che includa gli strumenti che possano garantire la tenuta per l’intero
comparto.
Le ricadute
occupazionali per le crisi già aperte in alcuni importanti call center quali
Almaviva, 4U Servizi, ed alte società di Tlc quali Ericsson, Sielte, Ceva
Logistics, Mp Facility e Telepost e quelle che arriveranno a breve (Telecom
Italia) se non verranno fronteggiate con strumenti di tutela adeguati avranno
un impatto sociale pesantissimo nella nostra regione che vede impiegati nel
settore circa 12.000 lavoratori.
Le crisi
dichiarate nel settore delle telecomunicazioni spesso sono indotte non dal
crollo dei volumi di attività ma unicamente per il cambio di appalti che si
spostano da regione a regione inseguendo incentivi statali o l’abbassamento
delle retribuzioni e delle tutele dei dipendenti. E' inimmaginabile che, a
fronte di un cambio d'appalto e/o di una esternalizzazione, i lavoratori
vengano licenziati e posti a carico dello stato mentre le aziende ne assumono
altri, magari godendo di ulteriori sgravi fiscali o ancora peggio delocalizzano
fette di attività verso i paesi arabi o dell’est Europa. Bisogna che le imprese
attuino politiche industriali di prospettiva e non si limitino ad attuare
politiche finanziarie buone solamente a far crescere il valore delle azioni ma
che in prospettiva rischiano di smantellare il già precario patrimonio
industriale anche nelle TLC.
Il
rappresentante di Confindustria si è fatto carico di rappresentare al suo
omologo romano le istanze dei lavoratori Palermitani invitandolo a una maggiore
attenzione ad un territorio che non offre nessuno sbocco occupazionale
alternativo, nel contempo ha auspicato che gli investimenti promessi dal
governo nazionale sulla larga banda vengano attuati il prima possibile.
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