Rosalia Monaco
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Con comunicazione del 26/09/2012 il direttore
Generale dell’Ente IAL SICILIA ha posto alla conoscenza di tutto il personale
di una serie di procedure legale promosse da alcuni dipendenti per il recupero
degli emolumenti ad oggi non corrisposti Nella nota predetta il direttore
generale lamentava che le superiore procedure promosse comporteranno un
aggravio di spese per l’Ente tale da erodere una “cospicua quota dello
stipendio di ciascun dipendente”. Ne dà notizia il Vice Segretario dell’ UTL
UGL Trapani, Rosalia Monaco la quale ha dichiarato “ appare evidente l’intento
del direttore generale di muovere parte dei dipendenti contro quei colleghi che
hanno legittimamente adito l’autorità giudiziaria per il recupero delle somme
spettanti, sembra a questo punto opportuno precisare il reale accadimento dei
fatti riportati in maniera parziale e non veritiera dal datore di lavoro”. “I
colleghi che hanno aderito all’Ugl - spiega Monaco - spinti dalle difficoltà
economiche che attraversavano le rispettive famiglie, loro malgrado sono stati
costretti a ricorrere alla procedura del decreto ingiuntivo, ottenuto lo stesso
hanno avuto un incontro con il Direttore Generale al fine di addivenire ad una
transazione, tenutasi a Palermo considerato che il Direttore Generale e il Presidente
dell’Ente non si sono recati mai presso la sede di Trapani”. In quella sede –
aggiunge la sindacalista - le parti concordavano una rateizzazione degli
stipendi dovuti nonché l’abbattimento delle spese legali affrontate al 50% con
l’evidente scopo di venire incontro all’esigenze dell’Ente consci delle
difficoltà che lo stesso attraversava, per l’effetto i dipendenti
formalizzavano la loro richiesta per il tramite di lettera e-mail indirizzata
al direttore Generale Francesco Massimiliano Ciccia senza ricevere nessun
riscontro. “Dal canto suo il datore di lavoro, in luogo di conciliare riducendo
in tal modo le spese da sostenersi, ha coltivato una serie di giudizi di
opposizione avverso i superiori decreti ingiuntivi nominando all’uopo un legale
di sua fiducia con conseguente aggravio delle casse dell’Ente – denuncia Monaco
- a questo punto i dipendenti sono stati costretti a difendersi nei superiori
giudizi di opposizione per tutelare i loro legittimi diritti, giudizi
definitisi poi con sentenza di condanna dell’Ente al pagamento delle ulteriore
spese legali derivanti dal giudizio promosso dallo stesso”. Alla luce delle
nostre considerazioni – conclude la sindacalista - deve ritenersi del tutto
infondato oltre che pretestuoso quanto sostenuto dal datore di lavoro con il
precipuo scopo di porre in cattiva luce quei colleghi che oltre alle sorti
dell’Ente per cui lavorano quotidianamente e con spirito di appartenenza,
guardano da buon padre di famiglia ai bisogni economici dei propri nuclei
familiari e per ultimo, si porta a conoscenza di tutto il personale che, non a
caso, il datore di lavoro non ha fatto rientrare in servizio dalla CIG
unicamente il personale che aveva promosso il ricorso per decreto ingiuntivo in
violazione della legge 223/91”.
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