(AGENPARL) - Roma, 26 apr - Progettare insieme l’Italia di domani è l’unica possibilità – per il segretario generale dell’Ugl Giovanni Centrella - che l’Italia ha di uscire dalla recessione e di recuperare la distanza che si è creata tra cittadini e istituzioni. Uno slogan pensato per dare speranza e vere opportunità alla future generazioni che, come rappresentate nel manifesto, hanno il diritto di crescere serenamente e di realizzare sogni e aspettative. Grazie al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, abbiamo finalmente un nuovo e giovane Presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta, al quale, insieme ai suoi ministri, spetteranno scelte coraggiose, da inquadrare all’interno di un progetto, di un piano complessivo di rinascita per l’Italia. Che metta insieme lavoro e imprese che soprattutto nei periodi di crisi devono remare dalla stessa parte, un concetto non nuovo per un sindacato che in questi anni ha accettato le sfide più coraggiose e in alcuni casi impopolari per contribuire a rilanci aziendali e a scommesse sulla produttività. Firmando l’accordo interconfederale del giugno e del settembre 2011 abbiamo anche accettato di misurare alla pari con gli altri e con le stesse regole in uso nel pubblico impiego la nostra rappresentatività. Le richieste dell’Ugl sono poche ma efficaci: risorse, per le centinaia di migliaia di esodati e cassaintegrati in deroga, se non per senso di solidarietà quanto meno in ragione di una convenienza economica per evitare l’implosione del mercato interno e il collasso di grandi, piccole e medie imprese, di intere filiere produttive e dell’occupazione. Una riforma fiscale vera che allenti la morsa delle tasse su lavoro, famiglie e imprese, soprattutto quando queste ultime decidono di assumere giovani, donne e over 50. Non smetteremo mai di chiedere l’introduzione del quoziente familiare, l’abolizione dell’Imu sulle prime case ad uso abitazione civile, la modifica degli errori contenuti nelle riforme Fornero. Infrastrutture per rendere il Paese più attrattivo per nuovi investimenti e più integrato tra Nord, Sud e Isole con collegamenti al servizio dei cittadini e dell’economia. Ma occorre anche che le banche tornino a erogare credito con criteri sostenibili che diano slancio ai piccoli risparmiatori e all’economia reale. Infine ma non meno importante, il tema da sempre al centro dell’azione sindacale del segretario generale Centrella: la valorizzazione dei territori. Abbiamo scelto la città di Verona per il nostro 1 maggio per due motivi fondamentali: perché la crisi non risparmia nessuno e perché è dalla valorizzazione delle specificità territoriali che l’Italia può sperare in un futuro migliore. Occorre dare centralità al territorio e fare in modo che il centro, ovvero le sedi istituzionali, rappresentino il punto di raccordo, il centro della solidarietà nazionale, tra diverse “identità” e non il “pozzo senza fondo” delle nostre migliori risorse. Inoltre il vero rapporto tra istituzioni e cittadini avviene nella provincia e non a Roma. Centrella, da uomo di una delle terre più orgogliose del Mezzogiorno, l’Irpinia, ha trovato molto interessante l’idea di una macroregione del Nord. Bisognerebbe crearne altre nel Centro, nel Mezzogiorno, nelle le Isole, dove cioè esistono problemi e potenzialità comuni, perché è definitivamente tramontata, anche per mancanza di risorse, la cultura dell’assistenzialismo. Dobbiamo solo darci da fare per progettare insieme un domani migliore. Il programma prevede la partenza del corteo del 1° maggio alle ore 10.30 da piazzale antistante l’Abbazia di San Zeno, l’arrivo è previsto alle 12.00 in piazza dei Signori dove si terrà il comizio del segretario generale Giovanni Centrella.
Lo rende noto l'Ugl.
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