Luciano Lagamba |
“Si
tratta di un provvedimento che anche la nostra organizzazione sindacale aveva
chiesto di adottare. L’articolo 7 della legge 97 del 2013 apre nuove
opportunità occupazionali ai cittadini stranieri non comunitari presenti nel
nostro Paese, purché in possesso di determinati requisiti di legge”. La
dichiarazione è di Luciano Lagamba, presidente del Sei Ugl, il quale ricorda
che il caso era stato sollevato anche in occasione di alcune riunioni dell’Intergruppo
parlamentare sull’immigrazione.
“L’articolo
7 della legge 97 del 2013 – spiega Lagamba – apporta alcune modifiche
all’articolo 38 del decreto legislativo 165 del 2001, il quale contiene le
norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche. Le novità introdotte con la legge approvata ad
agosto riguardano nello specifico l’articolo 38 del decreto legislativo 165,
relativo all’accesso dei cittadini degli Stati membri dell’Unione europea ai
posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio
diretto o indiretto di pubblici poteri o che non attengono alla tutela
dell’interesse nazionale. Possono essere occupati nella pubblica
amministrazione, oltre ai cittadini degli Stati membri dell’Unione europea, i
loro familiari non comunitari titolari del diritto di soggiorno o del diritto
di soggiorno permanente, il cui rilascio è regolato dal decreto legislativo 30
del 2007” .
“La
stessa disciplina prevista per i familiari non comunitari – prosegue il
presidente nazionale del Sei Ugl – si applica anche ai cittadini di Paesi terzi
titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, che ha
sostituito la precedente Carta di soggiorno, o che siano titolari dello status
di rifugiato o dello status di protezione sussidiaria. In tutti i casi, il
cittadino straniero deve comunque conoscere la lingua italiana, alla quale si
aggiunge il tedesco per le sole assunzioni nella provincia di Bolzano”.
“Per effetto di questo
provvedimento – conclude Lagamba – anche i cittadini stranieri non comunitari
potranno quindi partecipare ai concorsi pubblici, con effetti positivi, ad
esempio, sulla stabilizzazione di tanti mediatori interculturali che finora
hanno svolto il loro incarico con contratti atipici e precari”.
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