Francesco Messina |
Tra tagli agli organici di docenti e personale Ata , problemi strutturali
degli edifici, mancanza di una legge regionale sul diritto allo studio, gli
ultimi anni per la scuola siciliana sono stati terribili, con un impoverimento
dell'offerta formativa ed un aumento della dispersione scolastica.
Questo è quel che si legge in una nota dell’Ugl Scuola Sicilia.
“ Vogliamo richiamare la
Regione ad assumere l'istruzione come priorità nell'azione di governo, la scuola è andata avanti in questi
anni grazie ai sacrifici di chi ci lavora e della famiglie, ma non può esserci
una buona scuola se è orfana della politica" ha dichiarato il Vice Segretario Regionale dell’Ugl Scuola
Sicilia Francesco Messina - alla regione il sindacato
chiede in primo luogo di varare la legge sul diritto allo studio,
ma anche di attivare una conferenza di
servizio per affrontare il problema della dispersione scolastica,
con il coinvolgimento di istituzioni scolastiche ed enti locali.
“L’Ugl Scuola Sicilia prende in esame tutti gli ordini di scuola - spiega Messina - a partire da quella dell'infanzia, che lascia
fuori oggi ben 15 mila bambini, scarsamente presente dunque,
con lunghe liste d'attesa.
E prima della
scuola dell'infanzia ci sono le sezioni Primavera, destinate ai bambini tra 24 e
36 mesi.
Si arriva alla scuola primaria, per vedere che in Sicilia solo il 3% di chi frequenta ha il tempo
pieno a fronte di percentuali dal 70% al 95% delle regioni del centro Nord”.
“L'analisi dell’Ugl
Scuola Sicilia con la scuola secondaria,
- approfondisce il sindacalista - sulla
quale è difficile il recupero di dati relativi all'offerta formativa, e con i
percorsi di formazione professionale. Sia la
scuola secondaria, in particolare i professionali, che la formazione
professionale tra il primo e secondo anno perdono una percentuale
di alunni sia nel primo che nel secondo caso”.
“C'è poi l'analisi delle scuole carcerarie, - conclude Messina - che
dovrebbero vedere rafforzata un'offerta sottodimensionata rispetto alla domanda, per arrivare ai problemi irrisolti delle scuole provinciali. in queste condizioni, senza una politica
dell'offerta formativa e dei fondi europei la scuola non può essere
in condizioni di formare i giovani per competere con i coetanei delle aree
forti del paese e dell'Europa.
Ecco perché l’Ugl
Scuola chiede una inversione di marcia
al governo nazionale, a cui chiede un progetto coerente per l'istruzione e
finanziamenti, al governo regionale siciliano”.
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