Luca Vecchio |
Che fosse il giorno più lungo lo sapevano tutti, ma la
partita per salvare quanti più posti di lavoro possibile, fra quelli che Micron
aveva deciso di tagliare, è stata estenuante. Ieri la fumata bianca, alla fine, c’è stata e dal Ministero del Lavoro si è usciti a notte inoltra con una
soluzione che dai sindacati è stata giudicata ‘la migliore possibile’ riduce
sensibilmente il piano esuberi che la multinazionale americana aveva presentato
lo scorso gennaio.
Nell’accordo siglato dalle parti sociali si
passa dagli iniziali 419 posti da
tagliare in tutte le sedi italiane agli attuali 127 per i quali
sarà comunque prevista la cassa integrazione straordinaria e una quota
integrativa che sarà versata da Micron. Catania, nello specifico, che avrebbe dovuto pagare un pegno pesantissimo
con 127 unità, chiude la trattativa con 39 esuberi: quindi con il salvataggio
di 88 posti di lavoro.
Una parte importante dell’accordo è stata giocata
da Stm, big player della microelettronica, che assorbirà
gradualmente 170 lavoratori (che verranno inizialmente posti in
Cigs con un incentivo aziendale di 200 euro ) fra i 419 che figuravano nel
piano esuberi iniziale, mentre Micron
ne manterrà 85 ed appronterà un piano trasferimenti che verrà sottoposto ai
lavoratori.
Questo processo
di rilocazione interna fra estero ed Italia prevede rispettivamente 62 e
40 unità alle quali saranno garantite 30mila euro per agevolare il
trasferimento. Solo a 5 catanesi sarà chiesto l’eventuale spostamento fuori dai
confini nazionali per il quale sono previsti altri benefit proposti da
Micron. Inoltre delle 170 unità
che verranno assorbite da Stm, 41 saranno catanesi.
Durante la riunione è stata
anche rimodulata l’offerta all’esodo: chi vorrà lasciare Micron otterrà 28 mensilità a
scalare, 10 in più rispetto all’ultima bozza d’accordo, 14 rispetto alla
proposta iniziale avanzata dalla multinazionale americana.
Purtroppo sul campo rimango
127 lavoratori (distribuiti in tutte le sedi italiane dell’azienda americana,
come dette 39 a Catania) per i
quali scatterà la cassa integrazione straordinaria ed ai quali verrà erogato da
Micron un contributo di 500 euro mensili per i prossimi 12 mesi, ma che
potrebbero essere collocati in altre aziende con l’aiuto di Regioni, Comuni e
Stato. Sono previsti infatti nell’accordo dei tavoli interministeriali di
monitoraggio del piano occupazionale.
Tuttavia è intenzione dei sindacati ripartire proprio
da questi lavoratori: “E’ il nostro prossimo passo che diventa un nuovo punto
di partenza – spiega Luca Vecchio,
vice segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici con delega alla
microelettronica – l’obiettivo, infatti, è
portare a zero il totale dei 127 esuberi di Micron sul territorio
nazionale”.
Commentando, invece, la vertenza Vecchio ha detto che
“rimane la rabbia per l’intempestività
da parte di certe istituzioni per come è stata gestita questa vicenda.
L’intervento del Governo nazionale è stato importante, ma è arrivato quasi in
extremis. Insomma, potevano benissimo pensarci prima quando sollevammo il
problema”.
Adesso
l’accordo sottoscritto al Ministero del Lavoro verrà presentato ai dipendenti
di Micron. Oggi sono in corso assemblee in tutta Italia, a Catania è assai
verosimile che si arriverà alla decisione finale adottata dei lavoratori
all’inizio della prossima settimana.
--
Commenti