Il tema dell'audizione
all'Ars impegnava i partecipanti ad essere ascoltati nel merito del piano industriale del colosso
energetico a sei zampe, si legge in una nota diramata dall’Ugl.
Ma
L'Eni, diserta la seduta facendo venir meno un momento istituzionale
importantissimo che avrebbe potuto tracciare le basi per un minimo di
confronto.
"Uno sgarbo
istituzionale” lo definisce il
presidente della commissione on. Marzano.
Snobbare
le sedi dello Stato, sebbene di regione siciliana si tratta, mette in
discussione la funzione dello stessa partecipazione azionaria dello stato che
fa dell'Eni azienda con finalità pubbliche.
L’assenza
silenziosa di un rappresentante dell'Eni in audizione, conferma che il sindacato ha visto giusto nel
ritenere non esiste un piano industriale accettabile se non soltanto una
ipotesi di tagli con l'accetta propria di chi ritiene di risolvere sempre tutto
con i fatidici pannicelli caldi: oggi parlano di riconvertire con gasolio
verde, con improbabili centri di formazione manageriale mondiali poche altre e
fantasiose ipotesi.
L'Eni
deve mantenere, continua la nota dell’Ugl, gli impegni assunti con il sindacato appena un
anno fa, cioè' attuare il piano industriale firmato nel 2913 che prevedeva 700
milioni di investimenti ed il mantenimento dei posti di lavoro.
All’audizione
presenti i sindacati confederali.
Per l’Ugl, hanno
partecipato Giuseppe Monaco, Segretario Generale
dell’Ugl Sicilia, Michele Polizzi, Segretario Ugl Chimici Sicilia, Andrea
Alario, Segretario Ugl Chimici di Caltanissetta e Franco Tilaro, Segretario Generale
Ugl Gela.
L'audizione
- conclude la nota dell’Ugl - ha partorito una risoluzione, che porti ad un corretto ristabilimento delle
relazioni industriali, con il
coinvolgimento dello stesso parlamento regionale, che impegni a sua volta il governo nazionale in un tavolo unico.
PA:22.07.204
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