Almaviva Contact, azienda leader nel settore dei Call Center
rappresenta solo in Sicilia la più grande realtà occupazionale con circa 5000
dipendenti a tempo indeterminato e oltre 1000 lavoratori a progetto ripartiti
tra Catania e Palermo.
In data 25 febbraio i
lavoratori e le lavoratrici di Almaviva hanno manifestato davanti il negozio Wind di Via Etnea a Catania e in seguito sotto la
prefettura perchè a rischio licenziamento.
I grossi committenti, infatti, non fanno altro che
trasferire i volumi all'estero a vantaggio di altri competitors i quali costano
fino al 35% in meno rispetto ai lavoratori italiani con contratto, in media, al
3° livello del CCNL Telecomunicazioni.
Non esistono regole nel settore sull'assegnazione delle
gare d'appalto che prevedano un minimo tabellario al di sotto del quale non si
potrebbe andare, e con ciò si rischia, come già accade, che il costo del lavoro
sia un parametro decisivo nella domanda/offerta di una gara d'appalto.
Questa manifestazione – spiega Maria Francesca Formica,
Commissario Prov. UGL Telecomunicazioni di Catania - in contemporanea con le
città di Palermo, Napoli, Roma e Milano, ha avuto lo scopo di sensibilizzare il
Governo locale e centrale affinchè si attivi al più presto per risolvere le
problematiche di questo settore e soprattutto sul pericolo imminente per circa
2000 lavoratori Siciliani, di cui 300 Catanesi, tutti dipendenti dell'azienda
Almaviva Contact S.p.A. che da qualche settimana sono appesi ad un filo per
l'eventuale mancata assegnazione della commessa Wind ad Almaviva.
“Noi non siamo più lavoratori con un contratto a tempo
indeterminato -- riferisce Angelo Arcarisi, RSU dell'azienda Almaviva Contact
di Misterbianco – perchè in realtà abbiamo un contratto a scadenza di commessa “.
“Chiediamo pertanto
-- conclude la sindacalista -- che il Governo presti la giusta
attenzione a questo settore che va assolutamente regolamentato altrimenti da
qui a brevissimo tempo si rischia un disastro sociale a causa del fenomeno
delle Delocalizzazioni, delle Gare al
Massimo Ribasso e del Dumping Interno.”
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