“Con l’avvento del Jobs Act il lavoro sta vivendo il periodo più buio della sua storia a partire dal 1970, anno dello Statuto dei Lavoratori”.
Lo ha detto il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, oggi a Siracusa per parlare di lavoro e dei temi al centro del Primo maggio, spiegando che “sì, il lavoro non c’è a causa della crisi, ma allo stesso tempo il governo Renzi non sta facendo nulla per crearlo, lo ha ‘semplicemente’ destrutturato. Con l’abolizione dell’art.18 ha cancellato diritti fondamentali dei lavoratori e ha reso tutto il mondo del lavoro più precario”.
Per Capone “è altrettanto evidente il blocco totale di iniziative per agganciare la ripresa: non c’è politica industriale, non solo nel Sud o in Sicilia ma in tutta Italia; non c’è politica infrastrutturale in Sicilia, tragicamente divisa in due, e nel resto del Paese”.
Cosi come “non c’è traccia di politiche a favore del Meridione. Il Sud è stato cancellato dall’agenda di governo. Nel Def 2015 è stata citato una volta sola accanto alla parola Corea. Non è una barzelletta, basta controllate il testo. Pensare che Paese si riprenda da Nord Est senza Sud è illogico”.
“Ciò vuol dire che – ha evidenziato Capone - ormai siamo e saremo tutti precari, perché abbiamo il Jobs Act e perché mancano politiche di sviluppo. Ecco il senso del nostro Primo maggio di quest’anno: lottare insieme ovunque e in tutte le categorie per rimettere al centro dell’agenda di governo il lavoro, quello vero, le tutele, per tutti, il Sud e l’ambiente”.
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