“I lavoratori della Formazione professionale hanno diritto all’indennità di
Cassa integrazione in deroga maturata nel 2014 anche nei casi in cui gli
accordi sindacali sono stati siglati dopo il primo agosto 2014”.
A dichiararlo Giuseppe Messina, Reggente Ugl Sicilia, commentando il
provvedimento del Consiglio di Stato del marzo scorso che, di fatto, da il via
libera al riconoscimento dell’indennità di Cassa integrazione in deroga anche
ai lavoratori degli enti economici che operano senza finalità di lucro.
“La novità – dice Messina - è che i benefici previsti dall’articolo 2,
comma 3 del decreto interministeriale n.83473 dell’1 agosto 2014, in tema di
ammortizzatori sociali in deroga, sono estesi anche agli operatori economici
che operano senza finalità di lucro e quindi anche gli enti formativi, non
qualificabili come imprenditori ai sensi dell’articolo 2082 del Codice Civile”.
“È stato il Consiglio di Stato, con l’Ordinanza n.01108/2015 depositata
l’11 marzo 2015, di riforma dell’Ordinanza del Tribunale amministrativo
regionale del Lazio n.6365 – spiega il Reggente di Ugl Sicilia - a chiarire la
vicenda che aveva portato il ministero del Lavoro, attraverso l’emanazione
della circolare ministeriale n.19 dell’11 settembre 2014 a ribadire come la
Cigd dovesse essere richiesta solamente dalle imprese, respingendo
l’interpretazione estensiva del concetto di impresa prevista dall’ordinamento
civilistico richiesta dal Governo regionale nei mesi scorsi”.
“Il diritto comunitario, richiamato nella citata Ordinanza del Consiglio di
Stato – dice Messina - amplia la sfera dei soggetti giuridici qualificati come
imprese disciplinate dall’articolo 2082 del Codice Civile che hanno, quindi,
diritto all’accesso della Cigd in deroga per i propri lavoratori. Il
ragionamento è semplice – precisa - i giudici amministrativi, tenendo conto dei
vincoli comunitari in materia di definizione d’impresa, hanno riconosciuto il
diritto di accesso alla Cigd dei lavoratori degli studi privati, inizialmente
esclusi dal citato decreto interministeriale dell’1 agosto 2014 con riguardo
alle disposizioni contenute nel decreto interministeriale 1 agosto 2014 nella
parte in cui esclude gli studi professionali dal trattamento di Cassa
integrazione guadagni in deroga (Cigd)”.
La nozione europea di operatore economico, come precisata dalla Corte di
Giustizia – come richiama la nota sindacale - si rivela, invece, ampia e
comprensiva di qualsiasi soggetto che, indipendentemente dalla natura fisica o
giuridica, offre sul mercato lavori, prodotti o servizi. Sul tema sono
particolarmente significative due sentenze della Corte di giustizia le quali,
da prospettive (l’una nel settore degli appalti e l’altra in quello dei servizi
pubblici) e in tempi differenti (Corte Giustizia CE, Sez. IV, C-357/06, del 18
dicembre 2007 e Corte Giustizia CE, Sez.IV, C-305/08, del 23 dicembre 2009),
stabiliscono che la nozione di operatore economico riportata nelle direttive
sugli appalti - (nozione che comprende ogni “persona fisica o giuridica o un
ente pubblico o un raggruppamento di tali persone e/o enti che offra sul
mercato, rispettivamente, la realizzazione di lavori/opere, prodotti o
servizi”) - va interpretata nel senso di consentire la partecipazione alle gare
anche a soggetti che non perseguono un preminente scopo di lucro, non
dispongono della struttura organizzativa di un’impresa, non assicurano una
presenza regolare sul mercato.
“La questione del pagamento della Cigd che per il 2014 – sottolinea Messina
- vale almeno 150 milioni di euro nel suo complesso, resta sempre impantanata,
dopo mesi e mesi di attesa, lasciando all’asciutto migliaia di lavoratori che
oltre ad essere stati sospesi dal lavoro continuano a non percepire alcuna
indennità”. “Tentando di nascondere l’assenza di una seria programmazione delle
risorse e la mancata strutturazione dei Servizi per il Lavoro – sostiene il
Reggente di Ugl Sicilia - il Governo del Pd e del Governatore Crocetta, dopo
essersi fatto tagliare ingenti risorse finanziarie dal Governo Renzi, ha
fallito, i fatti parlano chiaro, lasciando senza copertura reddituale una parte
degli operatori della Formazione professionale e dei 1800 operatori ex
Sportelli multifunzionali”.
“Non è più sostenibile che migliaia di operatori ad oggi restino senza
lavoro e senza reddito – conclude Messina - adesso che l’ultimo ostacolo
interpretativo è stato superato non rimane che attendere il Governo regionale
ed i rinomati ritardi politico amministrativi per sbloccare le risorse in
favore dei lavoratori”.
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