RIFIUTI. UGL: EMENDAMENTO RITIRATO, RESTA IL CAOS. GOVERNO E ARS PERDONO OCCASIONE PER SUPERARE EMPASSE ALIMENTANDO ULTERIORE EMERGENZA SOCIALE
“Sull’emendamento del Governo regionale a firma dell’assessore all’energia,
Vania Contraffatto, sostenuto anche da Forza Italia con il
parlamentare Vincenzo Figuccia, che avrebbe accelerato il rientro al lavoro dei
dipendenti ex Ato attraverso l’approvazione in seno alle SRR delle dotazioni
organiche ancora una volta il Parlamento regionale ha perduto una grande occasione
e la politica siciliana ne esce sconfitta e con una credibilità che scema ogni
giorno di più allontanando il cittadino dalle istituzioni”.
A commentarlo Alessandro Franchina, componente del direttivo provinciale
della Federazione Igiene ambientale di Ugl di Palermo, a margine del sitin di
ieri in piazza del Parlamento, davanti l’ARS, organizzato da UGL, che ha visto
un centinaio di lavoratori dell'ex Ato PA 2 Alto Belice Ambiente e del Coinres
ex Temporary, licenziati ormai da due anni, manifestare, nonostante il
temporale abbattutosi sul capoluogo siciliano, a sostegno dell’emendamento che
avrebbe garantito un rientro immediato al lavoro.
“Purtroppo constatiamo – continua il sindacalista - che per l'ennesima
volta la politica non ha fatto il suo dovere in quanto lo stesso emendamento
presentato dall'assessore all’energia è stato ritirato, posticipando a
settembre qualunque soluzione favorevole per il rientro degli operatori la
lavoro”.
“Come UGL - afferma Franchina – continuiamo a sostenere che non
si può più continuare a gestire i rifiuti in Sicilia in regime di proroga
disattendendo le aspettative dei lavoratori, ridotti oramai allo stremo da una
politica miope e sempre più lontana dalle piazze, dal lavoro e dai lavoratori”.
“Ribadiamo un concetto caro all’UGL a scanso di equivoci – precisa - perchè
il fallimento della società non l’hanno voluto i lavoratori né sono
responsabili di quanto accaduto”.
“È, semmai, inaccettabile tutto ciò – conclude Franchina - e siamo curiosi
di sapere a chi giova questo gioco al massacro, perché di presunti interessi di
parte che condizionano ogni possibile soluzione non fanno che alimentare
l’emergenza sociale”.
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