“La legge regionale sull’acqua è a rischio
impugnativa con tutti gli effetti dirompenti sul territorio e a danno di
lavoratori e cittadini”
E’ quanto dichiara il Segretario
Provinciale Ugl Chimici di Palermo, Margherita Gambino commentando il caos
intorno alla gestione dell’acqua nell’Isola a seguito dell’approvazione da
parte dell’Ars, nella seduta dello scorso 10 agosto, di una legge che rischia
di morire ancor prima di compiere i primi passi.
l'intero articolato della riforma che
prevede nove Ambiti territoriali ottimali (Ato) che potranno assegnare la
gestione del servizio a una società pubblica, mista o anche ai privati in caso
di offerta vantaggiosa rischia l’impugnativa del Consiglio dei ministri, che si
accinge a cassare anche parte della riforma del sistema idrico.
“Sono anni ormai - prosegue la Gambino -
che a seguito della fallita Società APS, gestore del Servizio Idrico Integrato
nella Provincia di Palermo, ci siamo trovati a discutere più e più volte il
tema dell’acqua in Sicilia con i Deputati dell’ARS, con gli Assessori che si
sono avvicendati e con lo stesso Presidente della Regione”.
“Abbiamo evidenziato – sostiene il
dirigente sindacale di Ugl - che l’intendimento di lasciare al singolo Comune
la gestione dell’acqua ritenendo così di soddisfare una promessa elettorale,
non era in linea con le leggi Europee e in ultimo con le indicazioni del
Decreto Sblocca Italia e l’ultima Legge di stabilità. Va aggiunto, inoltre –
precisa - che la stragrande maggioranza dei Comuni non avendo la struttura né i
fondi necessari per costituirla, sarebbero dovuti ricorrere a piccole Società
private con buona pace del proclama elettorale (acqua pubblica) . Inoltre si
sarebbe ottenuto una frammentazione del servizio in contrasto con la normativa
vigente che invoca il gestore unico per ambito al fine di omogenizzare
costi e tariffe e rendere il più possibile efficiente il servizio su
tutto il territorio”.
“E poi, è incredibile che il
Sindaco pentastellato di Bagheria - rilancia La Gambino - abbia
revocato l’affidamento ad Amap (Società pubblica) per affidarlo a chissà chi,
quando la Legge sull’acqua all’ARS porta il sigillo PD e M5S. Decisione che
apre le porte al licenziamento di circa 40 dipendenti dell’Azienda pubblica”.
“Al di là di proclami – dice la
sindacalista - tutto rimane come prima con questa legge
approvata all’ARS e in attesa di giudizio da Roma, a scapito di efficienza del
Servizio, dei cittadini e dei lavoratori della ex Società APS fallita che
rischieranno il posto di lavoro tenuto conto che l’Amap manterrà ,
come più volte dichiarato, i lavoratori in proporzione ai Comuni che avranno
aderito”.
“Per non parlare delle grosse
Società private, vincitori di gara trentennale per la
gestione del Servizio Idrico Integrato - aggiunge - che
insistono sul territorio siciliano che sono pronte a richiedere risarcimenti
milionari nel caso di revoca degli affidamenti”.
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