Sicilia. Garanzia Giovani, un fallimento
annunciato tra caporalato e furbetti
L’Ugl è sempre stata critica con la
politica adottata dal Governo regionale del presidente Rosario Crocetta che ha
pensato alla rotazione degli assessori alla delega al Lavoro piuttosto che riformare
i servizi per l’impiego e dare regole certe al mercato del lavoro e favorire
l’ingresso dei giovani.
In soccorso all’Italia ed alla Sicilia che
vantano il triste primato di giovani disoccupati tra i 18 ed i 29 anni con
tassi superiori al 25 per cento, è venuta l’Unione Europea con il Piano
Garanzia Giovani e con la misura dei tirocini formativi che avrebbe dovuto
garantire l’ingresso dei Neet in azienda.
Il fenomeno dei Neet in Sicilia è
devastante per i risvolti economici e sociali. Il risultato ottenuto dal
Governo regionale sulla gestione della misura dei tirocini formativi è deludente
. Sono circa 46 mila i tirocini avviati su una popolazione di Neet dieci volte
tanto.
E questo non aiuta di certo ad
immaginare un futuro diverso per i giovani siciliani che sono sempre
più sfiduciati.
Nell’Isola i Neet Sono il 43 per cento
rispetto a una media nazionale del 27 per cento. Ragazzi tra 15 e 29 anni senza
arte né parte in un’Isola che registra il fallimento integrale delle politiche
attive del lavoro e della formazione professionale.
Alla fine del febbraio scorso avevamo
lanciato l’allarme occupazione chiedendo al Governo regionale di farsi carico
della responsabilità politica di invertire la rotta e creare i presupposti per
garantire l’acceso al lavoro ai giovani. Cosa che è successa solamente in
minima misura e con scarsi risultati.
La Sicilia è la regione, come
dicevamo, con il più alto tasso di disoccupazione della Penisola italiana dove
i giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro - i cosiddetti
‘Neet’ (not in education, employement or training), per l’appunto, - sono circa
500 mila su una popolazione complessiva di 5 milioni di abitanti. In Sicilia
quasi un giovane su due è Neet. Questi giovani hanno fra i 15 e i 29 anni non
hanno un lavoro, né si preoccupano di cercarlo, non studiano, non svolgono
tirocini, stage, corsi di aggiornamento, non perché necessariamente
scansafatiche quanto, piuttosto, perché sfiduciati e privi di speranze nel
futuro. Le statistiche dicono che sono in aumento, in Italia e soprattutto in
Sicilia.
Il Progetto Garanzia Giovani è nato a
seguito dell’adozione della Raccomandazione europea del 2013 che ha stabilito
che l’Italia deve garantire ai giovani un’offerta formativa e lavorativa
valida. Un piano volto alla lotta alla disoccupazione giovanile che ha
stanziato finanziamenti per i Paesi Membri con tassi di disoccupazione
superiori al 25 per cento, destinando 1,5 miliardi di euro all’Italia.
E’ fuor di dubbio che l’intento
comunitario sia nobile dato che incentiva l’inserimento di tutti quei giovani
che non sono impiegati in nessuna attività lavorativa o in un percorso
formativo. I fatti, però, dimostrano che la finalità non sempre è stata
raggiunta e la gestione della misura comunitaria presenta gravi lacune in
Sicilia dove gli stagisti, che ogni giorno mettono in campo la propria forza
lavoro, da mesi non percepiscono il compenso per lo stage previsto da
Garanzia Giovani.
E non è tutto . Tirocini che in
molti casi non hanno nulla di formativo ma si concretizzano in rapporti di
lavoro veri e propri in cui i ragazzi vengono impiegati anche per 40 ore
settimanali, svolgendo mansioni tipiche del lavoro subordinato, senza alcuna
formazione e senza garanzie e tutele sul luogo di lavoro. E’ l’ennesima beffa
per i giovani, che sa tanto di truffa.
Di questa operazione, da quanto emerge,
pare siano soprattutto le aziende a guadagnarci. Alcune di esse hanno visto nel
progetto una concreta possibilità per dare speranza ai giovani meritevoli,
altre, invece, se ne sono approfittate assumendo i giovani e facendoli lavorare
notte e giorno, superando il tetto massimo di ore possibili, altre ancora,
invece, hanno sfruttato Garanzia Giovani per ‘regolarizzare’ situazioni di
lavoro in nero, usufruendo dei contributi statali per pagare dipendenti che già
lavoravano – non in regola – per l’azienda stessa. Che dire, poi, di quelle
aziende che hanno ‘assunto’ giovani tra i 15-29 per camuffare l’impiego di un
altro membro della stessa famiglia over 29 già impiegato per l’azienda.
Il sistema pensato ed adottato dal Governo
regionale, dati gli scarsi e spesso inefficaci controlli, si presta a facili
manipolazioni e truffe. E se da un lato i fatti consegnano alle cronache i
soliti furbetti,dall’altro il sistema perde una grande opportunità: formare
giovani capaci che un giorno potrebbero veramente essere utili al rilancio economico,
produttivo e culturale dell’Isola.
Confusione ed approssimazione del Governo
regionale e degli uffici dell’amministrazione guidata dal dirigente generale,
Anna Rosa Corsello, che dimostrano tutta l’inadeguatezza nel monitorare i
progetti formativi e nel vigilare sull’attività degli enti attuatori. Le
storture ci sono ed i tirocini formativi si sono rivelati uno strumento
perverso che ha permesso a ‘certe’ aziende di regolarizzare temporaneamente e
per sei mesi il lavoro irregolare senza erogare alcuna ora di tirocinio
formativo, limitandosi, invece, a continuare ad utilizzare nelle stesse
mansioni i giovani precedentemente assunti irregolarmente.
E non basta. Siamo di fronte ad una sorta
di caporalato camuffato attraverso lo strumento del tirocinio formativo che
autorizza taluni datori – ‘i più furbi’ – a ‘tassare’ i giovani tirocinanti
facendo pagare una quota per costi vari tra cui, per esempio, l’assicurazione.
Nella Sicilia del fallimento delle
politiche attive del lavoro, con il più alto tasso di Neet d’Europa e senza
alcun intervento riformatore nel mercato del lavoro, anche il tirocinio
formativo, che avrebbe dovuto qualificare ed avvicinare i giovani al lavoro, si
è rilevato un bluff, un fallimento a tutto tondo.
Il governo regionale cambi passo, prima
che sia troppo tardi, riveda le misure di accesso nel mercato del lavoro,
riformi i servizi per l’impiego e restituisca fiducia e speranza ad un esercito
di giovani senza lavoro, contrasti il lavoro irregolare e persegua i caporali.
La Sicilia chiede legalità e giustizia non clientelismo e pressapochismo.
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