“Abbiamo lanciato già da tempo l’allarme occupazione
chiedendo al Governo regionale di farsi carico della responsabilità politica di
invertire la rotta e creare i presupposti per garantire l’acceso al lavoro ai
giovani. Cosa che è successa solamente in minima misura e con scarsi risultati”.
A dichiararlo è Giuseppe Messina, Segretario
responsabile dell’Ugl Sicilia.
“Il Progetto
Garanzia Giovani - spiega Messina - è
nato a seguito dell’adozione della Raccomandazione europea del 2013 che ha
stabilito che l’Italia deve garantire ai giovani un’offerta formativa e
lavorativa valida. Un piano volto alla lotta alla disoccupazione giovanile che
ha stanziato finanziamenti per i Paesi Membri con tassi di disoccupazione
superiori al 25 per cento, destinando 1,5 miliardi di euro all’Italia”.
“E’ fuor di dubbio - approfondisce il sindacalista
- che l’intento comunitario sia nobile
dato che incentiva l’inserimento di tutti quei giovani che non sono impiegati
in nessuna attività lavorativa o in un percorso formativo. I fatti, però,
dimostrano che la finalità non sempre è stata raggiunta e la gestione della
misura comunitaria presenta gravi lacune in Sicilia dove gli stagisti, che ogni
giorno mettono in campo la propria forza lavoro, da mesi non
percepiscono il compenso per lo stage previsto da Garanzia Giovani”.
“E non è tutto - denuncia il Segretario - , tirocini
che in molti casi non hanno nulla di formativo ma si concretizzano in rapporti
di lavoro veri e propri in cui i ragazzi vengono impiegati anche per 40 ore
settimanali, svolgendo mansioni tipiche del lavoro subordinato, senza alcuna
formazione e senza garanzie e tutele sul luogo di lavoro.
E’ l’ennesima beffa per i giovani, che sa tanto di
truffa”.
“Di questa operazione, da quanto emerge, - prosegue il Segretario - pare siano
soprattutto le aziende a guadagnarci. Alcune di esse hanno visto nel progetto
una concreta possibilità per dare speranza ai giovani meritevoli, altre,
invece, se ne sono approfittate assumendo i giovani e facendoli lavorare notte
e giorno, superando il tetto massimo di ore possibili, altre ancora, invece,
hanno sfruttato Garanzia Giovani per ‘regolarizzare’ situazioni di lavoro in
nero, usufruendo dei contributi statali per pagare dipendenti che già
lavoravano, non in regola per l’azienda stessa.
Che dire, poi, di quelle aziende che hanno ‘assunto’
giovani tra i 15-29 per camuffare l’impiego di un altro membro della stessa
famiglia over 29 già impiegato per l’azienda”.
“Il sistema pensato ed adottato dal Governo regionale, - stigmatizza Messina - dati
gli scarsi e spesso inefficaci controlli, si presta a facili manipolazioni e
truffe. E se da un lato i fatti consegnano alle cronache i soliti furbetti, dall’altro
il sistema perde una grande opportunità: formare giovani capaci che un giorno
potrebbero veramente essere utili al rilancio economico, produttivo e culturale
dell’Isola.
Confusione ed approssimazione del Governo regionale e
degli uffici dell’amministrazione, che
dimostrano tutta l’inadeguatezza nel monitorare i progetti formativi e nel
vigilare sull’attività degli enti attuatori.
Le storture ci
sono ed i tirocini formativi si sono rivelati uno strumento perverso che ha
permesso a ‘certe’ aziende di regolarizzare temporaneamente e per sei mesi il
lavoro irregolare senza erogare alcuna ora di tirocinio formativo, limitandosi,
invece, a continuare ad utilizzare nelle stesse mansioni i giovani
precedentemente assunti irregolarmente”.
“E non basta – puntualizza il sindacalista - , siamo di fronte ad una
sorta di caporalato camuffato attraverso lo strumento del tirocinio formativo
che autorizza taluni dator, ‘i più
furbi’, a ‘tassare’ i giovani
tirocinanti facendo pagare una quota per costi vari tra cui, per esempio,
l’assicurazione.
Nella Sicilia del fallimento delle politiche attive
del lavoro, con il più alto tasso di Neet (not in education,
employement or training), d’Europa e senza alcun intervento
riformatore nel mercato del lavoro, anche il tirocinio formativo, che avrebbe
dovuto qualificare ed avvicinare i giovani al lavoro, si è rilevato un bluff,
un fallimento a tutto tondo”.
“Il governo regionale cambi passo, - conclude Messina -, prima che sia troppo tardi, riveda le misure
di accesso nel mercato del lavoro, riformi i servizi per l’impiego e
restituisca fiducia e speranza ad un esercito di giovani senza lavoro,
contrasti il lavoro irregolare e persegua i caporali. La Sicilia chiede
legalità e giustizia non clientelismo e pressapochismo”.
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