Le storie d’amore hanno sempre
interessato e continuano a interessare i lettori. Le loro trame avvolgenti, che
toccano i sentimenti più profondi ed esplorano l’intimo delle passioni,
seducono.
Quelle raccontate da Antonino Cangemi in
“D’amore in Sicilia”, l’ultimo suo libro edito da D.Flaccovio, appassionano
perché hanno come protagonisti siciliani noti, personaggi della storia,
letterati, artisti. Le loro vicende sentimentali sono ricostruite, attraverso
una meticolosa ricerca da varie fonti, mettendo in primo piano il contesto
storico-sociale in cui sono maturate. Sicché il libro si rivela anche un
viaggio nel tempo, che parte dal Cinquecento, in cui sono ambientate le storie
della baronessa di Carini e di Ludovico Vernagallo e quella del viceré Marcantonio
Colonna ed Eufrosina Valdaura, si addentra nel Settecento, con la singolare
relazione di Cagliostro con Lorenza Feliciani, si sofferma sulla Belle Ėpoque,
con la storia di Ignazio e Franca Florio e di Giulia Trigona e Vincenzo
Paternò, fa sosta sul finire dell’Ottocento con l’amore extraconiugale di De
Roberto e Renata Valle, sino a giungere al
Novecento.
Sono tante le storie d’amore che
rivivono nel libro di Cangemi, e tutte intriganti per ragioni diverse: alcune
per l’intrecciarsi con vicende politiche o con interessi economici camuffati
nell’idillio sentimentale, altre perché si rivelano autentici gialli ancor oggi
irrisolti, altre per i legami con la letteratura e l’arte, altre ancora perché
contengono carteggi ardenti e talvolta ricchi di afflato lirico.
In questo libro, che si segnala
per la scrittura scorrevole e accattivante e per la delicatezza con cui sono
presentati tutti i protagonisti (assente ogni forma di moralismo), Agrigento e
l’Agrigentino sono presenti, e in primo piano.
A cominciare dalla prefazione,
affidata alla penna autorevolissima di Matteo Collura, le cui osservazioni
sulle origini della “fuitina”, legate al mito di Persefone e a ciò che ne
consegue nella considerazione dell’amore in Sicilia, sono acute e profonde. Per
continuare con Pirandello, che compare nelle
storie d’amore che hanno segnato la sua travagliata esistenza. Quella
con la moglie Antonietta Portulano, un legame combinato dalle famiglie ma che,
malgrado le mancanze di affinità tra i due, sarà saldo per la calamita
dell’attrazione fisica sino a che la follia non s’impadronirà della fragile
donna rendendo la vita del drammaturgo un inferno. Quella con Marta Abba, che
risveglierà i sentimenti di un Pirandello appesantito dal fardello degli anni per nulla mitigato dalla conquista
della celebrità letteraria: un amore platonico in cui Marta assurge a musa
ispiratrice per il letterato di Girgenti, e l’attrice s’immerge nell’identità
dei personaggi teatrali cucitele ad hoc oscurando la sua personalità e
rinunciando ad una sua autonoma vita sentimentale.
Altre pagine di “D’amore in
Sicilia” sono dedicate agli amori infelici di Rosa Balistreri: la vita della
straordinaria folk singer di Licata, piena di uomini sbagliati, più di uno
violenti e prevaricatori, è costellata di avvenimenti drammatici che acuiscono
la sua sensibilità che trova espressione nella sua voce rauca, potente e
ribelle ma anche pervasa di malinconica dolcezza.
“D’amore in Sicilia” è un libro
che suscita emozioni, che scava sull’amore e sulla Sicilia, con taglio tuttavia
dilettevole: un ottimo regalo in prossimità delle vacanze natalizie.
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