
Lo ha affermato il Coordinatore
Regionale UGL/ESA e Enti Vigilati, Gaetano Cassibba
“Ma oltre alla mancanza di una risposta politica regionale - ha aggiunto - esiste la burocrazia forse la
vera e unica forza che oggi risulta determinante nelle scelte di indirizzo
politico ammnistrativo, questo non facilita i rapporti con gli amministratori,
non facilita i rapporti per la gestione e controllo degli Enti ma invece
diventa determinante sul controllo dei lavoratori, sul loro utilizzo, sul loro
destino, tantè che da questa confusione sono solamente i lavoratori a pagare a
caro prezzo una politica fallimentare, senza programma, senza obbiettivi e
senza soluzioni concrete, i lavoratori
privati di dignità lavorativa, senza capacità di programmare, pianificare e
garantire le proprie famiglie”.
“Dipendenti di ruolo vincitori di concorso
per la Regione Siciliana non è più una forma di garanzia, di tutela - ha sottolineato Cassibba - sono stati
trasformati in precari i nuovi precari della regione siciliana. Dal 2013 che la
regione sforna bilanci che definirei falsi d’autori pubblicati regolarmente
nella GURS riempita da numeri senza solidità economica, poiché una volta
pubblicata il governo non riesce a garantire i dipendenti degli vigilati
perché non hanno liquidità per
soddisfare i regolari pagamenti degli stipendi, questo perché gli enti vigilati
sono considerati investimento, cosa che non risponde al vero perché è sempre la
regione a pagare, gli enti vivono di finanza derivata, ma questa regola non
vale per i dipendenti regionali che invece vengono pagati regolarmente perché nel bilancio fanno parte delle spese fisse e
obbligatorie”.
“Questa è una forma discriminatoria di trattamento diverso tra dipendenti - conclude il sindacalista - pur facendo parte
della stessa regione tutto questo è una vergogna, siamo ormai vicini a Natale e
i dipendenti dell’ESA, così come gli altri Enti, non prenderanno né la
tredicesima e né lo stipendio di dicembre, un governo consapevole e complice di una
vergogna siciliana.
I dipendenti da tempo in stato di agitazione
per difendere e tutelare il posto di
lavoro, il loro stipendio e le loro
famiglie”.
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