Nel caos generale di una
Sicilia politicamente a pezzi e con un esecutivo regionale incapace,
con la sua maggioranza all’Ars a trazione Pd, di arginare le
‘scorribande finanziarie’ del Governo Renzi, i siciliani potrebbero
ritrovarsi, fra non molto, scippati dell’autonomia conquistata con la
morte di tanti.
Il Governo regionale se vuol
salvare la faccia con i siciliani e con il mondo intero faccia quello
che in settant’anni nessuno è riuscito o ha voluto fare, tra ascarismo
e volgare incapacità politica, e cioè costituire l’Agenzia regionale
delle Entrata. Eviti che lo Stato riduca al lastrico l’Isola, si
opponga alla negoziazione al basso di un nuovo sistema tributario che
sposterebbe la ‘cassaforte’ da Palermo a Roma. L’esecutivo regionale alzi
gli steccati, faccia barricate a difesa degli articoli 36 e 37 dello
Statuto autonomistico siciliano.
Da quanto accade, ahinoi,
siamo spinti a pensare male perché quello che la politica ascara si
appresta a fare è proprio il contrario e cioè l’abolizione dell’art. 37
e lo stravolgimento dell’art. 36 dello Statuto, certificando la
dipendenza della Sicilia da Roma - padrona.
A poco serve sapere che la
modifica di due norme costituzionali si può fare solo con legge
costituzionale, passando dall’Assemblea regionale siciliana, il cui
parere è indispensabile, e la cui consultazione sarebbe
dovuta avvenire in via preventiva, prima della Delibera di Giunta n.
286/2015, assunta dall’esecutivo del presidente Rosario Crocetta in
maniera unilaterale.
L’atteggiamento del Governo regionale
è, difatti, inequivocabile, laddove, emerge dal citato atto di giunta
regionale, invita il Consiglio dei Ministri a deliberare un impianto
finanziario che, di fatto e nella sostanza ‘scardina’ l’impianto
statutario, al solo fine di agevolare la posizione dello Stato, senza
passare da una riforma di rango costituzionale.
Ed è proprio la
Costituzione, Statuto più norme dell’art. 119 della Carta
Costituzionale, che attribuisce già risorse certe alla Regione.
Anche la soluzione di
utilizzare Riscossione Sicilia spa in alternativa alla costituzione
dell’Agenzia regionale delle Entrate è osteggiata da ‘oscure forze’
come può evincersi dalle polemiche recenti sulla mancata
ricapitalizzazione della società partecipata della Regione siciliana.
Fatto incredibile accaduto il 29 dicembre scorso a Sala d’ercole
all’Ars dove la maggioranza è andata sotto con trentasei voti a
trentatré, sulla norma che prevedeva la ricapitalizzazione della
società partecipata Riscossione Sicilia, con un intervento di due
milioni e mezzo di euro. Perché si vuole eliminare l’unica partecipata
che in questo 2015 ha fatto registrare un +23 per cento delle entrate,
recuperando milioni di euro? Il presidente Crocetta agisca con coraggio
e cacci l’assessore all’economia Alessandro Baccei dal governo e
dall’Isola, il giusto premio per chi ha offeso tutti i siciliani e la
storia di questa terra, tornando ad sventolare con orgoglio la bandiera
siciliana. Poi faccia i bagagli e consegni la Sicilia ai siciliani con
il voto anticipato.
|
Commenti