Mobilitazione nazionale dell’Ugl
contro le dismissioni di eni e per chiedere al governo politiche industriali
solide per il rilancio comparto.
La chimica è un settore strategico: il Governo ed Eni non possono
abbandonarlo. Questo il messaggio che il segretario generale dell’Ugl,
Francesco Paolo Capone e il segretario nazionale dell’Ugl Chimici, Luigi
Ulgiati, hanno rivolto al Capo dello Stato al termine del convegno di mercoledì
18 febbraio, organizzato dal sindacato a Gela, dal titolo “Vertenza Gela,
sviluppo e occupazione”. La riunione si inserisce nel più ampio contesto di una
mobilitazione sul futuro della chimica organizzata dalla Confederazione e
dall’Ugl Chimici su tutto il territorio nazionale. In calendario un secondo
appuntamento domani, 18 febbraio a Mantova, alla presenza di Francesco Paolo
Capone e della categoria Metalmeccanici dell’Ugl, mentre per venerdì 19
febbraio è stato indetto uno sciopero nazionale dall’Ugl Chimici contro le
dismissioni nel comparto, “per sensibilizzare le istituzioni, Eni e l’opinione
pubblica a scommettere sulla chimica, ad impegnarsi per un suo rilancio nei
fatti possibile e a non lasciare al proprio destino decine di migliaia di lavoratrici
e di lavoratori in tutta Italia”.Tutti Gela “Il comparto sta vivendo una
stagione difficile, causata anche dall’andamento dell’economia internazionale e
in particolare dal basso prezzo del petrolio”, hanno scritto in una nota i
sindacalisti, aggiungendo che “questo non giustifica l’abbandono da parte di
Eni della Chimica che avverrà con le dismissioni da Versalis, il disinteresse
del governo nazionale e anche, come nel caso di Gela, le farraginosità di una
pubblica amministrazione che diventa ostacolo, invece di essere volano di
sviluppo, per la realizzazione di importanti accordi di programma”. “In questa
settimana di mobilitazione dell’Ugl Chimici che la Confederazione ha scelto di
sostenere – spiegano Capone e Ulgiati -, stiamo raccogliendo gli allarmi e le
preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Dopo la richiesta di
incontro inascoltata che abbiamo rivolto al presidente del Consiglio, Matteo
Renzi, ci rivolgiamo al presidente della Repubblica, affinché intervenga per
salvaguardare un settore strategico per tutta l’industria”. “Ci rivolgiamo al
Capo dello Stato – aggiungono – perché l’abbandono della chimica, a cui sono
legati altre importanti realtà industriali a partire dalla metalmeccanica fino
ad arrivare all’agroalimentare, potrebbe innescare un pericoloso effetto domino
che l’Italia già a rischio desertificazione industriale, in cerca di sviluppo e
occupazione, non può permettersi”. Quello di oggi è stato un dibattito sentito
e partecipato, che ha visto numerosi interventi tra cui quello del sindaco di
Gela Domenico Messinese, a dimostrazione del fatto che la vertenza Gela non è
sentita solamente dalle migliaia di lavoratori diretti e dell’indotto, ma dal
territorio nella sua interezza. Il caso della Raffineria non è archiviabile come
questione meramente locale perché denota difficoltà più generali: “Il problema
di Gela è il problema della Sicilia e del Meridione”, ha dichiarato al termine
del convegno Giovanni Condorelli, segretario confederale dell’Ugl con delega
alle Politiche del Mezzogiorno aggiungendo che “se vogliamo che la chimica e
l’industria abbiano un futuro in Italia, si deve chiedere a gran voce al
Governo una pianificazione industriale strategica e una serie di investimenti
per i comparti trainanti della nostra economia e del Sud. L’Esecutivo continua
invece a ostentare totale indifferenza sul rilancio di settori chiave per il
sistema Paese, così come sulla ‘questione meridionale’ nel suo complesso”. “A
differenza di chi sostiene che l’Italia sia uscita dalla crisi – ha poi
sottolineato Condorelli – noi continuiamo a gestire situazioni di grande
preoccupazione e disperazione. La vertenza Gela si somma a quella di Alcoa, di
Ilva e ad oltre cento storie di crisi aziendali in attesa di soluzioni al
ministero dello Sviluppo Economico”. Al termine del convegno il segretario
nazionale dell’Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, ha sottolineato che “la
preoccupazione principale emersa dal dibattito di oggi riguarda l’assenza di
una programmazione strategica per il settore chimico e le intenzioni di Eni,
che non deve dismettere diventando soltanto una ‘oil company’. Con lo sciopero
di venerdì prossimo metteremo l’Esecutivo di fronte agli interrogativi sul
futuro del comparto e chiederemo che una realtà fondamentale sia sotto il
profilo occupazionale che sotto quello economico come Eni sia sempre più
presente in ambito industriale nel nostro Paese”. Ulgiati si è poi concentrato
sulla vertenza Gela: “siamo in attesa del prossimo incontro che si terrà il 24
febbraio al Mise per la verifica del protocollo di intesa siglato il 6 novembre
2014. Chiederemo la calendarizzazione e l’accelerazione delle autorizzazioni e
degli investimenti, perché soltanto così potremo dare una boccata di ossigeno
al territorio”. Anche Giuseppe Messina, responsabile dell’Ugl Sicilia, ha
espresso preoccupazione per i lavoratori della Raffineria di Gela: “molti di
loro vivono una situazione inaccettabile e sono senza un sostegno al reddito,
l’indotto è praticamente fermo. La vicenda dell’Eni in Sicilia non si Ferma a
Gela, ma coinvolge anche Priolo Gargallo, Melilli e Augusta; guardando oltre la
nostra regione, è chiaro che manca una politica strategica nazionale sulla
chimica e sull’industria manifatturiera nel suo complesso”.
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