L’Ugl è contraria ai piani attuali e già
vecchi che prevedano soluzioni ad alto impatto ambientale ed è invece
disponibile a ragionare per individuare soluzioni diverse che, valorizzando la
posizione strategica del sito in questione e rimanendo nello stesso campo in
cui muove l’attuale proposta, mettano a frutto le nuove tecnologie possibili
che hanno il vantaggio di essere integrate nelle politiche che l’Europa chiede
di attuare in materia.
A dichiararlo Mimmo Mascolo, Responsabile
dell’Utl-Ugl di Messina commentando l’esito dell’audizione in
Commissione Attività produttive all’Ars sulla vicenda Edipower Spa alla quale
ha partecipato anche il dirigente sindacale Massimo D'Amore.
“Per l’Ugl di Messina – sostiene il
sindacalista - non si può scindere la vicenda ‘inceneritore del
Mela’, così come è ormai riconosciuto sul territorio, dalla situazione
complessiva del comprensorio in cui incide. Un territorio che ha visto nei
decenni un susseguirsi di definizioni diverse ma tutte volte al riconoscimento
di uno stato di particolare rischio ambientale su cui si è registrato un
fiorire continuo di prese di posizione anche legislative spesso però vuote di
risorse dunque totalmente inutili”
“Non capiamo – rilancia Mascolo - come
sfugga che il 2020 costituisca un limite ultimo per la politica
dell’incenerimento mentre qui si discute se la stessa data debba esserne
l’inizio; non possiamo essere ‘europei a intermittenza’ ne collocarci sempre in
un mondo che ‘non c’è più’. Passeremo dalle procedure di infrazione per le
discariche a quelle per gli inceneritori?”
“Siamo disponibili a valutare ed a fornire
il nostro fattivo contributo su nuove proposte ‘in linea’ con le più
moderne politiche in materia di rifiuti ed energia – dice il Responsabile
dell’Utl di Messina - proposte in cui della forza lavoro si debba parlare solo
come elemento eventualmente da riqualificare a nuovi processi aziendali;
proposte frutto di coerenti decisioni legislative che tengano conto anche dei
bisogni del territorio oltre che a quelli di più ampia portata”.
“Scelte improvvide - afferma
Mascolo - rischiano di fare terra bruciata di tutta la produzione agricola e di
ogni prodotto derivato alimentare da allevamento nell’intero comprensorio
azzerando di fatto ogni forma di economia locale diversa da quella industriale.
È ‘un fatto’ che impianti di trattamento dei rifiuti non basati
sull’incenerimento ma sul recupero delle materie prime siano altrove realtà
produttive efficaci e che già oggi generino molti più posti di lavoro di quelli
su cui in questa sede siamo chiamati a ragionare in termini di semplice
salvaguardia”.
Rivolgiamo un appello alla politica -
conclude - affinchè non alzi bandiera bianca rendendosi colpevole di omissione
al proprio ruolo laddove, con inammissibile superficialità, dovesse desistere
dal compito di programmazione attiva dell’economia della regione, della tutela
della salute e della salvaguardia dei posti di lavoro dei corregionali”.
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