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FORMAZIONE PROFESSIONALE, UGL: IN SICILIA SOLO PAROLE, URGONO FATTI

“Non è più tempo per le parole ed in Sicilia il governo regionale ne ha sfornato a quantità industriale negli ultimi tre anni e mezzo, adesso servono i fatti per rimettere in piedi la formazione professionale in Sicilia dentro un disegno politico più complessivo che è quello dell’erogazione delle politiche attive e passive del lavoro nell’Isola”.
Così Mimmo Mascolo, Segretario Generale dell’Ugl Scuola e Giuseppe Messina, Responsabile regionale dell’Ugl Sicilia commentando l’esito dell’incontro a Palermo del sindacato con il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, con il Sottosegretario alla pubblica istruzione Davide Faraone con l’assessore regionale al lavoro, Gianluca Miccichè e con i dirigenti generali Gianni Silvia e Maria Antonietta Pullara.
“Valutiamo positivamente il confronto con il governo nazionale sulla crisi del settore della Formazione Professionale nell'Isola – aggiungono - e l’impegno confermato sia dal Ministro che dall’onorevole Faraone di sostenere il piano quadriennale posto in essere dall’assessorato regionale alla Formazione professionale che prevede l’utilizzo di una serie di strumentazioni previste dalla legge per alleggerire il settore”.
“L’'annuncio da parte del Ministro Poletti dell'apertura di un percorso virtuoso finalizzato a rilanciare il settore della formazione professionale collegandolo in maniera funzionale al mercato del lavoro in Sicilia – sostengono Mascolo e Messina - ci convince nella misura in cui i tempi di attuazione del progetto non siano ulteriormente diluiti ed abbraccino l’intera platea di operatori della formazione professionale e degli ex sportelli multifunzionali e si riordini il mercato del lavoro in Sicilia”.
“Siamo pronti a fare la nostra parte – concludono - in un confronto costruttivo, leale e collaborativo sugli interventi quali il prepensionamento per i nati fino al 1956, l’esodo incentivato, l’individuazione di un Ente, sotto il diretto controllo della Regione siciliana che possa assorbire i circa 4 mila licenziati, l’utilizzazione dei circa mille e 700 lavoratori ex sportellisti presso le sedi periferiche del dipartimento lavoro, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per i periodi scoperti per i lavoratori e anche percorsi di aggiornamento e riconversione del personale che non dovesse essere collocato. Ci aspettiamo fatti concreti in tempi ristretti”.



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