Da tempo i dipendenti della Regione siciliana
sono oggetto di un continuo attacco mediatico da certa parte politica tendente
a descrivere il personale regionale come privilegiato e quindi oggetto di
attività tesa a comprimerne alcuni diritti.
Basti citare che il rinnovo contrattuale è bloccato
da oltre 10 anni e che i nove dodicesimi del budget annuale destinati
al Fondo di Amministrazione per il Miglioramento delle Prestazioni (F.A.M.P.)
sono stati oggetto di un accordo sottoscritto solamente il 31 ottobre scorso
presso l’ARAN Sicilia, somme che servono per l’intero anno 2016 per pagare
indennità e straordinari.
Una trattativa snervante ed appesantita dalla
continua e perseverante melina dell’esecutivo regionale che solo qualche giorno
fa ha dato il via all’approvazione in sede trattante l’ipotesi di Accordo
relativo all’applicazione del comma 3, dell’art. 89 del vigente Contratto
collettivo integrativo di lavoro CCRL del comparto non dirigenziale della
Regione Siciliana.
Un fatto ancora più grave è quello relativo al
mancato riconoscimento dell’anticipazione del Trattamento di Fine Rapporto
previsto per legge. In Sicilia accade anche questo: un diritto non riconosciuto
dal Governo regionale.
A chiarire la portata della questione il
Responsabile regionale dell’Ugl Autonomie Locali, Ernesto Lo Verso.
“E’ davvero incredibile quello che noi dipendenti
regionali dobbiamo subire – afferma il sindacalista – per un diritto calpestato
ogni giorno. perchè ai sensi dell'art. 20 della legge regionale n.11 del 1988,
i dipendenti dell'Amministrazione Regionale, che abbiamo compiuto almeno otto
anni di servizio utile ai fini dell'attribuzione dell'indennità di buonuscita,
possono richiedere anticipazioni della stessa indennità in misura non superiore
al 70% dell'ammontare complessivo cui avrebbero diritto nel caso di cessazione
del rapporto di impiego alla data della richiesta. La relativa istanza –
precisa - può essere presentata sia per spese sanitarie, terapie e interventi
straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche e non coperti da
interventi della Pubblica Amministrazione, che per l'acquisto della prima casa
di abitazione per sé o per i figli.
“Si tratta di un diritto sancito dalla legge – dice
Lo Verso - e non per via di un accordo condominiale o fra amici al bar, è un
diritto sacrosanto per i dipendenti”.
Che aggiunge “Un diritto che nel corso del 2016 è
sinora stato negato ai richiedenti dato che sul relativo capitolo di spesa del
bilancio regionale, nello specifico il 108167, l’amministrazione ha pensato
bene di non far convergere un solo euro.”
Il Responsabile dell’Ugl Autonomie Locali siciliano
ricorda che, “le numerose istanze dei
dipendenti che, soprattutto quelli monoreddito, hanno esigenze di salute e
sperano in questo ristoro economico per risolvere questi problemi, sono
costretti ad attendere tempi biblici nell’attesa che la politica, intenta alla
gestione dei fondi regionali con ‘manovre e alchimie contabili’, non pensi solo
a varare contributi a pioggia a presunte associazioni e istituzioni benefiche,
fantomatici centri di formazione o Comuni compiacenti, ma pensi anche a
soddisfare i giusti diritti dei dipendenti regionali, relegati ormai da tempo a
zavorra da affondare”.
“Il mancato riconoscimento del diritto
all’anticipazione del TFR - aggiunge Lo Verso - potrebbe prefigurare il reato
di appropriazione indebita, in quanto l’Amministrazione, datore di lavoro, nega
le somme che dovrebbero essere a disposizione dei dipendenti, stornandole per
altri fini”.
“Diciamo basta a questo gioco al massacro e giù le
mani dal TFR dei dipendenti regionali – conclude - l’UGL si sta battendo perché
tutto questo possa finire e chiede che per il 2016 e per gli anni a venire il
capitolo relativo possa essere regolarmente impinguato, come dovuto, per far fronte
alle legittime esigenze dei dipendenti”.
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