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Poliziotti “condannati” dal TAR alle ferie forzate, iniziano a scontare la pena


Ripercorre la vicenda, Pasquale Guaglianone, Segretario Generale Provinciale di Palermo dell’Ugl-LeS (sindacato di polizia): sono trascorsi sei mesi da quel 5 aprile 2017 quando LeS manifestò davanti Montecitorio portando all’attenzione dell’opinione pubblica la vergognosa vicenda del Sovrintendente Capo Gianmario Collesano e di altri colleghi della Questura di Palermo. Come noto era accaduto che il Ministero dell’Interno si era rivolto al TAR Sicilia al fine di non riconoscere a quei poliziotti ore di straordinario regolarmente autorizzate a suo tempo ed ammontanti ad una cifra che supera gli 8.000 euro per il solo Sov. Collesano. 
Anche questo è noto, lo stesso organo di giustizia amministrativa ha in seguito “condannato” (Sentenza N.2461/16-28/10/2016 TAR Sicilia) a circa sei mesi di riposi compensativi i ricorrenti: noi in quell’occasione definimmo “ferie giudiziarie” ciò che il TAR giudicò esser giusto riconoscimento di quell’enorme ammontare di prestazioni straordinarie non pagate. In quella circostanza avevamo chiesto pubblicamente a tutti i gruppi parlamentari di autotassarci per sopperire a questa grave ingiustizia perpetrata nei confronti di poliziotti, che con il loro egregio lavoro e la loro professionalità, avevano portato a termine un’operazione antidroga che scaturì nell’emissione di sessantasette ordini di custodia cautelare in carcere per traffico internazionale di droga. 
Quella manifestazione servì a ottenere quanto segue: una donazione simbolica di pochi euro da parte di alcuni deputati; un’interrogazione parlamentare presentata dall’Onorevole Elio Vito di Forza Italia; qualche articolo su rinomate testate giornalistiche; un servizio di Rai 1 sulla vicenda durante la trasmissione “Uno Mattina”; un volantinaggio di protesta davanti la Questura di Palermo messa in atto dai giovani di Forza Italia. 
Da allora più niente, nessun partito politico si è fatto avanti per raccogliere le nostre sollecitazioni e, fino ad oggi, nemmeno il Sig. Ministro dell’Interno ha mai risposto a quell’interrogazione parlamentare! 
Ebbene, dopo tutto questo tempo, quei “condannati” hanno iniziato a espiare la loro “pena”: un po’ alla volta fruiranno di quei giorni di riposo compensativo che li terranno lontani dal servizio complessivamente per 6 mesi circa.
Oltre a ciò la Questura di Palermo si priverà di eccellenti poliziotti, “rei” di aver svolto egregiamente il loro lavoro solo perché il Ministero dell’Interno non ha voluto riconoscere loro quanto legittimamente spettante. 
Nei loro occhi traspare l’amarezza per una vicenda che li vede coinvolti in prima persona, la stessa amarezza che si legge negli occhi di tutti i poliziotti che non riescono a capire come mai lo Stato possa comportarsi da “patrigno” nei confronti dei loro colleghi che per portare a termine quelle indagini hanno più volte messo in pericolo la loro vita. Da rimarcare il fattore economico dell’assurda vicenda: il Sov. Collesano, così come gli altri colleghi coinvolti nella vicenda, oltre a non percepire le somme di denaro spettanti, con la loro assenza prolungata dal servizio non percepiranno nemmeno le varie indennità economiche previste per l’espletamento delle attività d’Istituto giornaliere. Una condizione che certamente non porterà benefici alla loro situazione economica familiare, ma che certo non scalfirà la dignità di questi poliziotti che con orgoglio amano definirsi, nonostante tutto, servitori dello Stato italiano.

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