Editoriale di Giuseppe Messina
Segretario Responsabile Ugl Sicilia
Dopo le elezioni regionali del 5 novembre 2017 si brindava soddisfatti per aver vinto la seconda battaglia di fila, altrettanto difficile e dall'esito mai scontato, dimostrando coerenza, unita' di gruppo, capacità di sintesi e prospettiva.
Oggi, a 20 giorni dal voto per le politiche, la prospettiva ha subìto una brusca deviazione.
Noi abbiamo dimostrato passione, onestà, lealtà e sentimento, dando tutto e garantendo quel differenziale elettorale che ha dato certezza con la conquista del seggio. Adesso, il progetto si è arrestato unilateralmente, per scelta di chi cercando l'autorevolezza nei candidati, dimentica gli impegni politici assunti. Impegni presi con scioltezza in clima elettorale e poi cancellati con un colpo di spugna perché non più protagonisti con candidature certe. Quando si assumono pubblicamente posizioni le stesse vanno mantenute, compiere passi indietro per l'egoistico calcolo familiare non fa bene alla politica e corrode i rapporti, sopratutto con coloro che hanno creduto nella parola data.
Adesso amaramente si apre una partita nuova che dalle macerie rilancia una collettività consapevole della propria forza e convinta di avere tanta energia e quella competenza che insieme costituiscono assoluto valore per aspirare ad ottenere riconoscimenti e apprezzamenti in chi ha la giusta sensibilità. Si chiude un percorso bello, appassionato e senza pentimenti, se ne apre uno di nuovo che porterà a coprire spazi importanti per la comune crescita, in assoluta linea con gli orientamenti dei nostri illuminati riferimenti nazionali. A chi ha fatto scelte precise per ripagare chissà quali debiti politici, alimentando la propria credibilità, rispondiamo con la nostra libertà di determinare nuovi rapporti e nuovi equilibri sul territorio costruendo un'ampia casa comune con la coerenza e la forza dimostrate nei mesi scorsi.
A parole siamo tutti rivoluzionari, qualcuno però dimentica (volutamente?) sono i fatti e la scelta di vivere con e per i lavoratori che ci rende orgogliosi di quello che siamo: sindacalisti per passione e non per interesse.
Certa politica che non ha il coraggio di assumersi le responsabilità, trovando comodo giustificarsi per eludere le risposte, lasciando tanti nella disperazione e alimentando il senso di sfiducia prenda esempio dal nostro mondo sindacale prima di parlare di rivoluzione. Noi si' che siamo persone perbene e capaci, altri lo sono con le parole, con i video e, di certo, non con i fatti.
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