Lo scorso giugno era stato firmato al ministero del lavoro un accordo per applicare agli 87 lavoratori la cassa integrazione in deroga, la cassa doveva essere applicata a rotazione ma di fatto l’azienda ha posto 46 lavoratori in cassa a zero ore per tutto il periodo, impiegando gli altri lavoratori sull’unica attività attiva che è l’appalto con Sisal.
Alla vigilia di Pasqua arriva dall’azienda , a firma del legale rappresentante ing. Paolino Manfredi, la notizia dei 58 licenziamenti, secondo la mobilità L.223/91, che getta nello sconforto 58 famiglie.
La città di Palermo non si può permettere di perdere altri posti di lavoro, soprattutto di lavoratori con professionalità e decennale esperienza nel settore delle telecomunicazioni.
La UGL già lo scorso 13 marzo aveva lanciato il grido di allarme scrivendo al Presidente della Regione Nello Musumeci e al Sindaco Leoluca Orlando.
La crisi dei call center è dovuta alle delocalizzazioni delle attività verso paesi esteri dove i lavoratori vengono pagati 1/3 rispetto all’Italia, inoltre molte attività vengono affidate ai lavoratori precari cosiddetti “lavoratori a progetto” i quali non hanno uno stipendio mensile ma vengono pagati a prestazioni , fortemente precari, con retribuzioni che spesso raggiungono solo qualche centinaio di euro al mese.
La UGL telecomunicazioni torna a denunciare la scarsa volontà dell’azienda nel cercare nuove commesse che possano garantire i livelli occupazionali e chiede alle istituzioni l’apertura di un tavolo per trovare soluzioni condivise che possano far ritirare i 58 licenziamenti.
Per venerdì 30 aprile è previsto un incontro con l'assessore al Lavoro del comune di palermo Giavanna Marano.
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