Venti di guerra per il Governo regionale, i lavoratori ASU dicono basta protestando tramite i sindacati contro la legge finanziaria in questi giorni in discussione all’ARS la quale non prevede si legge in una nota diramata unitariamente dai sindacati ALE, UGL AUTONOMIE SICILIA, COBAS-CODIR, CONFINTESA e USB nessuna iniziativa per i lavoratori ASU siciliani.
E’ inaccettabile si legge in una
nota congiunta: “che la politica si permetta di fare giochi di prestigio con
lerisorse già stanziate nella scorsa finanziaria per la stabilizzazione dei lavoratori pretendiamo chiarezza sulle risorse agli ASU.
“A luglio 2021 - spiegano le organizzazioni sindacali - con un
blitz all’ARS 5 milioni dei 10 previsti dall’art. 36 dalla legge regionale 9/2021 destinati agli ASU sono stati spudoratamente dirottati altrove, adesso con vergognosi e
premeditati stratagemmi politici si vuol fare la stessa cosa abbia la politica un sussulto di
dignità.
Nell’impossibilità di procedere
alla stabilizzazione utilizzi le risorse
aggiuntive previste per il 2022 per garantire un’integrazione salariale
che permetta ad ogni lavoratore di
vivere più dignitosamente, non si può pretendere che un lavoratore possa far fronte
a tutte le necessità quotidiane con 600
euro mensili lavorando alla stessa stregua di
un dipendente di ruolo e spesso sopperendo illegittimamente a croniche carenze
di organico”.
Intervista a Rosolino Lucchese (UGL Autonomie Locali)
E’ inqualificabile - denunciano Sardo, Mingrino, Lucchese, D’Amico, Greco e
Gambino - la condotta di un governo
che a quasi un anno dall’impugnativa
dell’art. 36 della l.r. 9/2021 che permetteva la stabilizzazione di questi lavoratori , non ha
avviato nessuna interlocuzione seria e proficua con il governo nazionale per
superare i motivi ostativi .
Il Presidente Musumeci e tutto il
Governo hanno voluto e cercato lo scontro istituzionale con il governo nazionale,
innanzi alla corte costituzionale, consapevoli di soccombere, pur di non
ammettere di aver fallito sugli
ASU, si continua a scaricare su Roma
colpe proprie , ovvero aver approvato un
articolo di legge (art. 36) che faceva acqua da tutte le parti , disattendendo con sconfinata presunzione
tutti i suggerimenti e i preavvisi delle
organizzazioni sindacali”.
“Per tutto questo – concludono i
sindacalisti - proclamiamo per lunedì 2 maggio, martedì 3 maggio e mercoledì 4 maggio lo sciopero e pertanto l’astensione
dalle attività lavorative di tutto il personale ASU in
servizio presso gli enti pubblici e
privati della Sicilia, serve uno scatto
di orgoglio e di dignità delle lavoratrici e lavoratori ASU umiliati e mortificati da 25 anni”.
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