EX PROVINCE SICILIANE: MESSINA (UGL) “CHIEDIAMO ALL’ESECUTIVO SICILIANO DI PROVVEDERE ALLA NOMINA DEI NUOVI COMMISSARI ”
“Chiediamo all’Esecutivo siciliano di
provvedere, senza alcun indugio, alla nomina dei nuovi commissari ed
all’apertura di un tavolo di trattativa per la tutela dei lavoratori visto che
a partire dal 4 gennaio, le nove ex Province siciliane sono senza vertice
e per migliaia di dipendenti e precari, docenti dei licei provinciali e
cittadini aumentano disagi e disservizi.
E questo perché il governo
regionale, che sulle province ha fallito miseramente, entro la fine del 2015
non ha proceduto alla nomina di nuovi commissari ne alla proroga degli
esistenti. E così, da 4 giorni, le Province sono senza vertice ed a
pagare saranno i siciliani”.
E’ quanto dichiara Giuseppe Messina,
Responsabile regionale dell’Ugl Sicilia commentando i disservizi che si
registrano da questa mattina in alcune parti dell’Isola a causa del mancato
rinnovo dei vertici delle ex Province siciliane.
“In Sicilia il governo regionale e il
Parlamento dell’Isola a trazione Pd hanno abolito a metà le nove Province
ottenendo solamente la precarizzazione dei dipendenti – aggiunge – senza
dimenticare che non completando il processo di riforma, hanno dimostrato di non
aver mai avuto le idee chiare sul da farsi”.
“Ed intanto – prosegue Messina - il
governo centrale ha tagliato i fondi mettendo in ginocchio i servizi erogati
dalle ex Province che toccano soprattutto le fasce più deboli della
popolazione, ancora una volta colpite da un esecutivo siciliano fallimentare
che soccombe sempre più alle decisioni romane”.
“La verità è che la legge istitutiva dei
nuovi Liberi Consorzi Comunali e delle città metropolitane – sostiene il
Responsabile dell’UGL siciliana - prevedeva che il loro mandato non andasse
oltre il 31 dicembre 2015 e che si procedesse all’elezione dei nuovi organi
fissata per il 29 novembre”.
“Nulla di tutto ciò è stato posto in
essere – rimarca Messina - e la rivoluzione annunciata dal presidente della
Regione Rosario Crocetta si è rivelata una maniera per sfornare incarichi a
go-gò. Una gestione fallimentare come ha dimostrato la decisione del governo
Renzi di sospendere le elezioni in Sicilia per effetto dello stop alla legge
imposto dall’Ars a seguito dell’impugnativa “.
“Stessa norma – conclude il sindacalista -
che sospendendo le elezioni in vista della revisione della legge di riforma per
recepire le indicazioni nazionali a iniziare dal sistema elettorale di secondo
grado e da altre indicazioni di grande riforma contenute nella legge Delrio, ha
dato mandato al governo per una ulteriore proroga di sei mesi per i
commissari”.
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